I dati dei contagi. Che cosa rivelano e cosa insegnano
C’è una lezione da imparare dal modo in cui le autorità italiane hanno reagito ai primi allarmi sui focolai di contagio da corona virus
Fra il lavoro dell’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione e quello dei dipartimenti specializzati degli ospedali che curano i pazienti con corona virus si sono numerose analogie, anche per quanto riguarda la limitatezza dei posti letto e delle risorse umane e logistiche disponibili in relazione al numero dei casi da trattare. Avremo l’opportunità di dire quali sono più in dettaglio.
Altre somiglianze fra questa emergenza sanitaria e il nostro lavoro riguardano la tentazione di trascurare i dati reali che mostrano le manifestazioni di un fenomeno che appare allarmante sollecita risposte immediate. Spesso questi dati vengono messi da parte con fastidio. Non se ne tiene conto, anche se sono dati attendibili e ben controllati. E’ molto strano che accada, ma accade. Perché?
I dati della realtà di solito sono considerati alla stregua di intrusi che pretendono di interferire con la piena libertà dei timonieri di turno di decidere la rotta da seguire, di stabilire che cosa sia più opportuno fare. I dati della realtà infastidiscono i decisori perché molte volte indicano una direzione diversa da quella he essi preferiscono scegliere per non danneggiare gli affari in corso, per non intaccare il consenso popolare di cui godono. E’ accaduto anche durante questa emergenza sanitaria da corona virus. Prima che il Governo decidesse di imboccare la strada delle energiche misure di isolamento, i nostri opinion leader hanno esitato a lungo. Alcuni hanno detto cinicamente: “l’economia non può essere rovinata” per difendere la salute, “l’immagine del paese non deve essere danneggiata “,” abbiamo cose più importanti da fare” et similia. Alla luce di come drammaticamente si è propagata l’epidemia, c’è da sperare che leader, autorità, esperti, società civile abbiano imparato una volta per tutte la più importante lezione che questa crudele pandemia ha impartito a tutti noi.
Affrontare la realtà non appena un problema emerge è saggio. E’ bene guardare in faccia la realtà, sempre, anche quando è brutta e spiacevole. È saggio prendere in considerazione subito l’eventualità che la scoperta di un focolaio di contagio in un altro paese, in un’altra parte del mondo, diventi un’epidemia che potrebbe raggiungere anche casa nostra, e fare subito qualcosa per difendersi. da questo rischio
Che cosa c’entra tutto questo con le intimidazioni contro i giornalisti e gli attacchi alla libertà di stampa?
Non è difficile capirlo. Gli attacchi ai giornali e ai giornalisti che dicono verità scomode si diffondono proprio come le malattie contagiose e, anch’essi richiedono prevenzione, cure, rimedi specifici. Anche in questo campo, è pura illusione escludere a priori il diffondersi del male. Sarebbe dunque necessario contrastare anche l’ulteriore diffusione di questa “malattia” che, del resto, ha già una dimensione pandemica. Purtroppo invece si continua a negare il problema, a posticipare le misure necessarie e nascondere i dati reali del contagio già in atto. Si può fare, certo. Ma non è saggio ed è anche inutile. Prima o poi i dati della realtà emergono, nonostante ogni tentativo per impedirlo. Prima o poi nessuno riuscirà ad evitare le decisioni necessarie dicendo che certe cose cattive possono accadere solo in altri paesi. Quando accadrà saremo tutti più sicuri e più sani e avremo un’informazione più libera e completa. ASP
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