Guido Puletti, cronista e attivista italo-argentino, fu ucciso 31 fa in Bosnia
Stava portando aiuti umanitari alla popolazione civile. La sua storia, testimonianze, immagini e documentario su Ossigeno-Cercavano la verità
OSSIGENO 28 maggio 2024 – Trentuno anni fa, il 29 maggio del 1993, tre volontari italiani che portavano aiuti umanitari a Zavidovici, nella Bosnia Erzegovina divisa dalla guerra, furono uccisi. uno era Guido Puletti (40 anni, attivista, giornalista). Gli altri erano Sergio Lana (studente, 20 anni) e Fabio Moreni (imprenditore, 40 anni). Per quella rischiosa missione umanitaria erano partiti in cinque da Brescia. Soltanto due tornarono a casa: Christian Penocchio e Agostino Zanotti.
Ossigeno per l’informazione ha ricostruito l’avventurosa storia di Guido Puletti e la racconta sul portale dedicato ai trenta giornalisti italiani uccisi mentre affermavano il valore della libertà di stampa, vedi: Cercavano la verità www.giornalistiuccisi.it. Guido, infatti, era un giornalista italo-argentino e coniugava la passione per la ricerca della verità con la militanza politica e l’impegno a favore dei diritti umani. Credeva nella pace, nel dialogo, nella solidarietà umana. Per questo quel maggio del 1993 partì con il convoglio della Caritas di Brescia carico di aiuti destinati al popolo bosniaco, martoriato dai conflitti che si succedevano nei Balcani dopo la dissoluzione della Jugoslavia. Il 29 maggio il convoglio fu preso d’assalto dalle milizie irregolari bosniache. A distanza di trentuno anni non si conoscono ancora gli esecutori dell’attentato che mise fine alla vita di Guido e dei suoi compagni. Il mandante, invece, anche grazie alle testimonianze dei sopravvissuti, è stato individuato e condannato.
CHI ERA – Guido Puletti, oltre a essere un giornalista di alta professionalità, era un uomo colto, un uomo di pace. In Argentina, dove era nato, aveva studiato critica letteraria. Si batteva per professare le sue idee. Nel 1977 fu sequestrato e torturato dal agenti del regime dittatoriale di Videla. Quando riottenne la libertà si rifugiò in Italia e scelse Brescia come sua città di adozione. Qui iniziò l’attività da pubblicistica interessandosi alle questioni di politica ed economia internazionale; dall’89 in poi seguì le profonde trasformazioni determinate nell’Est europeo dal crollo del Muro di Berlino.
Il giornalista Enzo Baldo, che negli anni Ottanta era responsabile delle pagine culturali di BresciaOggi, così lo ricorda: “Guido sentiva il giornalismo non proprio come una vocazione ma come un bisogno profondo di partecipare alla realtà”. È possibile ascoltare queste e altre testimonianze nel documentario realizzato nel 1998 e messo in rete da Ossigeno per l’informazione (vedi). Nella pagina dedicata a Guido Puletti su Ossigeno-Cercavano la verità ci sono, tra le altre cose, anche gli scatti di Cristian Penocchi che ritraggono l’attivista alla marcia pacifista di Sarajevo, nel dicembre del 1992. “Solo uno sguardo ravvicinato poteva cogliere voci molto spesso inascoltate: dell’associazionismo, del pacifismo radicale, dei soldati, degli assediati”, ha ricordato la sua compagna Cinzia Garolla.
Grazia Pia Attolini
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