Grasso conferma impegno contro querele temerarie
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Il Senatore lo ha annunciato al convegno di Ossigeno. Se un cronista rinuncia a raccontare la sconfitta è del Paese
“La notizia che tra settembre e ottobre ci sono state condanne al clan Spada di Ostia e al boss che minacciava Borrometi – entrambe con l’aggravante del metodo mafioso – ci induce finalmente a un cauto, ma vitale, ottimismo. Non c’è e non ci deve essere spazio per chi minaccia la libertà di stampa”. Lo ha detto il Senatore Pietro Grasso e socio onorario di Ossigeno per l’informazione, intervenuto il 22 ottobre 2018, al convegno “Giornalisti aggrediti, colpevoli impuniti”, che si è svolto a Roma, a Palazzo Madama, per iniziativa di Ossigeno per l’Informazione e del Centro Europeo per la Libertà di Stampa di Lipsia (ECPMF) con il Patrocinio dell’UNESCO, per celebrare la Giornata Internazionale dell’ONU per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti (IDEI 2018).
Guardando i dati dell’impunità, il Senatore ha osservato che verrebbe la tentazione di smettere di raccontare e di fare inchieste. “Io – ha detto – da parte mia, posso soltanto dire che sono fiero di quanti non hanno mai abbassato la testa davanti alle minacce”.
Ha ricordato che la questione delle querele temerarie deve essere affrontata e risolta e che si impegnerà in questo senso. “Ogni giornalista che deve rinunciare a compiere al meglio il proprio lavoro rappresenta una sconfitta per l’Italia”, ha concluso.
GPA
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