Giovanni Tizian, nessun dossieraggio, è un attacco al giornalismo investigativo
“Caccia senza precedenti alle fonti fiduciarie dei giornalisti, cominciata con un via libera dato dal ministro della Difesa Guido Crosetto dopo i nostri scoop su di lui”.
OSSIGENO 11 aprile 2024 – “Non c’è stato nessun dossieraggio, nessuno spionaggio, solo giornalismo d’inchiesta, il genere giornalistico che oggi è sotto attacco”, dice Giovanni Tizian, giornalista del quotidiano Domani, indagato dalla Procura di Perugia per concorso in accesso abusivo a sistema informativo e rivelazione di segreto. Parla del polverone sollevato intorno agli accertamenti giudiziari e del suo ruolo in questa vicenda, iniziata con una denuncia di Guido Crosetto, ministro della difesa (leggi qui) dopo Domani aveva rivelato i suoi compensi dal settore degli armamenti avuti prima che entrasse nel governo Meloni.
A Ossigeno per l’informazione Giovanni Tizian spiega: “Questa inchiesta e il clima che si è creato attorno a essa a livello politico e mediatico sono un attacco al giornalismo investigativo. L’unica vera colpa di noi giornalisti é aver pubblicato alcune notizie vere e di interesse pubblico dopo averle attentamente verificate. Stiamo assistendo a una caccia senza precedenti alle fonti fiduciarie dei giornalisti. Ed è cominciata con un via dato dal ministro della Difesa Guido Crosetto dopo i nostri scoop su di lui. Il ministro ha chiesto esplicitamente ai pm di individuare le fonti utilizzate da noi giornalisti. Roba da Cremlino. Il governo parla di dossieraggio, anche se i magistrati non accreditano questa pista. Evidentemente con l’accusa di dossieraggio si tenta di screditare tutte le nostre inchieste giornalistiche di questi anni, alcune delle quali, voglio ricordarlo, hanno portato la magistratura ad aprire propri inchieste che hanno portato a processi e a condanne in primo grado per finanziamento illecito ai partiti e distrazione di fondi pubblici”.
LA VICENDA – Tutto ha inizio il 27, 28 e 29 ottobre del 2022, quando il quotidiano Domani pubblica tre articoli, firmati da Giovanni Tizian ed Emiliano Fittipaldi, nei quali viene rivelato che dal 2018 al 2021 il neo ministro della difesa italiano ha percepito circa 2,3 milioni di euro tra stipendi e compensi da società del settore degli armamenti (vedi qui). Società che poi avrebbero iniziato a collaborare attivamente con il ministero della difesa dopo il suo insediamento. Dopo la pubblicazione degli articoli, il ministro Guido Crosetto presenta una denuncia alla Procura di Roma, chiedendo di indagare come i giornalisti abbiano ottenuto queste informazioni (leggi la ricostruzione fatta dal Domani).
I magistrati della Procura di Roma guidata da Francesco Lo Voi aprono un fascicolo e concentrano la loro attenzione su Pasquale Striano, finanziere, già investigatore antimafia tra Sicilia, Calabria, Campania, attualmente a capo dell’unità analisi segnalazioni operazioni sospette della procura nazionale antimafia. Pasquale Striano lavora insieme al magistrato Antonio Laudati, anch’egli indagato, e per questo motivo le indagini passano a Perugia: la competenza è della procura guidata da Raffaele Cantone. A febbraio 2024 Pasquale Striano e Antonio Laudati vengono convocati in Procura, emerge così che ci sono 14 persone accusate di concorso in accesso abusivo e di rivelazione di segreto. Tra queste, tre giornalisti del Domani: Giovanni Tizian, coordinatore team investigativo del giornale, Nello Trocchia, inviato, e Stefano Vergine, collaboratore.
Il 10 marzo 2024 Pasquale Striano ha rotto il silenzio inviando un messaggio al quotidiano “Il Giornale” nel quale afferma: “Ho fatto il mio lavoro con dignità e professionalità assoluta e con i miei metodi, non quelli dei burocrati”. Il caso sta suscitando da settimane forti reazioni nel mondo della politica (vedi qui). GB
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