Giovanni Spampinato, “la vittima dimenticata”, fu ucciso a Ragusa 49 anni fa
Il corrispondente del giornale L’Ora di Palermo sarà ricordato mercoledì 27 alle ore 10 su Youtube – Attilio Bolzoni parla di verità sepolte che riaffiorano
OSSIGENO 25 ottobre 2021 – La figura del giornalista Giovanni Spampinato, corrispondente del giornale L’Ora, ucciso a Ragusa il 27 ottobre del 1972 , sarà ricordato nel 49mo anniversario della morte dai giornalisti Franco Nicastro (che ha lavorato insieme a lui per il quotidiano di Palermo) e Prospero Dente, segretario dell’Associazione della Stampa di Siracusa, con un incontro online promosso dall’Odg della Sicilia e da Ossigeno per l’Informazione che si terrà mercoledì 27 ottobre 2021 alle ore 10 e potrà essere seguito in diretta streaming sul canale Youtube di Ossigeno. Tema dell’incontro: Perché adesso le sue inchieste tornano attuali. Alla riflessione si aggiungerà una testimonianza di Alberto Spampinato, fratello di Giovanni.
Di seguito, un articolo di Attilio Bolzoni pubblicato dal mensile LiberEtà n.10/2021
La vittima dimenticata
Voleva fare il suo mestiere e scoprì che la sua città non era poi così immune dalla presenza della mafia . Pochi lo ricordano e qualche vigliacco ancora oggi dice che se l’è andata a cercare
Cinquant’anni di silenzio. Il silenzio che avvolge la sua morte dura da quasi cinquant’anni. In pochi conoscono il suo nome, la sua storia, le ragioni del suo omicidio. È una di quelle vittime sepolte nel sottosuolo della Sicilia, ricacciata lì da un’omertà anche un po’ stupida. Perché la paura a volte è veramente molto stupida, la paura di scoprire una diversità che non c’è, un mondo che non è lontano dall’altro mondo.
Cronista appassionato. Il 27 ottobre 1972 veniva assassinato a Ragusa Giovanni Spampinato, il corrispondente del giornale l’Ora da quell’angolo di isola, un cronista appassionato del suo mestiere, un ragazzo che non ci stava a inchinarsi ai potenti o a sprofondare in una palude di conformismo che voleva la sua città estranea al crimine di Palermo o di Catania, di Trapani o di Agrigento. In quella che veniva definita al tempo la provincia “babba’, cioè quella senza mafia, Giovanni aveva scoperto qualcosa che ha inquietato una comunità e che poi l’ha trascinato sino alla morte.
Una nuova inchiesta. Dopo mezzo secolo un indizio porta all’apertura di un’inchiesta su un delitto avvenuto sempre in quel 1972 (quello di Angelo Tumino, ingegnere, costruttore edile, antiquario, legato ad ambienti dell’estrema destra) intorno al quale Giovanni Spampinato aveva indagato. Probabilmente c’è un nesso fra un omicidio e l’altro, probabilmente le nuove indagini seguiranno tracce che gli investigatori non vollero seguire allora.
Il prezzo dell’indifferenza. Probabilmente la figura di Giovanni Spampinato, almeno questo c’è da sperare, potrà riaffiorare da un oblio che ha il sapore di una condanna. Un giornalista che voleva fare il giornalista anche in quella Ragusa non abituata al giornalismo, un giornalista che ha pagato per l’indifferenza degli altri. C’è una frase che ancora oggi qualcuno ripete e che fa venire i brividi: «Se l’è andata a cercare». Vigliacchi.
La vicenda di Giovanni Spampinato è ricostruita su “Cercavano la verità” www.giornalistiuccisi.it, il portale della memoria realizzato da Ossigeno per l’informazione, dove sono raccontate le storie dei giornalisti italiani uccisi a causa della loro attività. Ossigeno è l’osservatorio sui giornalisti minacciati (www.ossigeno.info) fondato nel 2008 dal giornalista Alberto Spampinato, fratello di Giovanni.
Attilio Bolzoni
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