Giornalisti minacciati in Italia. Se sei donna sei due volte bersaglio

I dati di Ossigeno sulle minacce di genere presentati al Forum di Bari in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne  

OSSIGENO 25 novembre 2024 – Anche in Italia sono numerose le giornaliste che subiscono attacchi intimidatori e ritorsioni sia perché svolgono il loro lavoro di cronaca riferendo verità scomode, ma anche in quanto sono donne. Lo confermano i dati che Ossigeno ha rilevato con il suo monitoraggio e Grazia Pia Attolini ha presentato al Forum of Mediterranean Women Journalists, il 25 novembre 2024 a Bari, nella sessione che si è svolta per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Ossigeno è un osservatorio non governativo. Dal 2006 ha documentato 7247 minacce e intimidazioni rivolte agli operatori dell’informazione che operano in Italia. Dal 2022 l’osservatorio conduce anche uno studio approfondito sulla parte di questi attacchi che hanno un aspetto discriminatorio espressamente connesso al genere e si concretizzano sotto forma di insulti, minacce e azioni sessiste. In tre anni è stato rilevato un peggioramento di questa parte del fenomeno, come mostra la tabella.

Minacce di genere %
2022 36%
2023 22%
2024 40%

 

Nei primi sei mesi del 2024, in particolare, è stato registrato un aumento delle manifestazioni di odio nei confronti delle giornaliste in ambito calcistico. Dall’inizio dell’anno, l’80% delle minacce di genere proviene dagli stadi, si attestava al 40% nel 2023.

IL MONITORAGGIO – Ossigeno ha elaborato questi dati a fronte dell’attività quotidiana di monitoraggio alla libertà di stampa che opera dal 2009, raccogliendo alert, ascoltando le vittime, compiendo un lavoro di fact checking che coinvolge operatori specializzati.

Nei primi sei mesi del 2024 in Italia hanno subito attacchi fisici, verbali e con azioni legali 203 operatori dei media. 47 sono donne, il 23% del totale. Si attestavano al 24% nel 2023, al 25% nel 2022. Ossigeno rende noti i dati di genere dal 2015.

Giornaliste vittime di violazioni alla libertà di stampa
anno totale donne % donne
2015 528 102 19%
2016 412 80 19%
2017 423 105 25%
2018 270 56 21%
2019 253 57 23%
2020 366 94 26%
2021 384 105 27%
2022 721 178 25%
2023 500 120 24%
2024 I sem. 203 47 23%

 

Come già evidenziato nel corso della presentazione del Rapporto del primo semestre (leggi), i dati numerici sembrano indicare una diminuzione della pressione intimidatoria, ma l’osservazione complessiva del fenomeno delle minacce ai giornalisti (uomini e donne) suggerisce cautela. Dal 2022 a oggi Ossigeno ha segnalato una diminuzione sensibile dei casi conoscibili e verificati e allo stesso tempo una diminuzione del numero di giornalisti che denunciano le intimidazioni subite. Inoltre, il sensibile calo dei casi rilevati si spiega in gran parte con le minori risorse di cui ha potuto disporre l’Osservatorio per cercare queste informazioni. Non per ultimo, si evidenzia che Ossigeno non ha preso in esame alcuni episodi di intimidazione provenienti dall’ambiente politico, dalla maggioranza e dal governo ben noti al grande pubblico grazie all’attenzione mediatica che hanno ricevuto.

TIPOLOGIA DI MINACCE – Sono soprattutto avvertimenti le minacce subite dalle donne che fanno informazione (80%). Si tratta di insulti verbali, scritte ingiuriose, messaggi e commenti sui social o addirittura minacce di morte. Il 18% è colpito da azioni legali o denunce pretestuose, eseguite cioè con lo scopo di mettere a tacere la giornalista. Infine il 12% è rappresentato da aggressioni fisiche.

ISOLAMENTO E AUTOCENSURA – L’analisi dei dati rilevati con più di cinquanta indicatori e successivamente elaborati da Ossigeno mostra due tendenze in particolare.

Sempre più spesso le giornaliste che subiscono attacchi sessisti, verbali e fisici affermano di non avere da sole la forza per continuare a occuparsi di cronaca, o di averla trovata grazie al supporto dei lettori e della famiglia. L’autocensura, come conseguenza delle minacce, è un fenomeno che preoccupa la comunità internazionale: meno giornalisti e giornaliste vuol dire meno democrazia.

Un altro aspetto del fenomeno riguarda l’opinione pubblica. “Se l’è cercata” si dice dei cronisti intimiditi e si dice soprattutto in riferimento alle donne. Si bada al loro modo di vestire, a come parlano, si insinuano escamotage volgari per ottenere notizie, come raccontano le storie raccolte da Ossigeno (leggi). Per questo è necessario rafforzare le reti di solidarietà e lavorare sul piano culturale. La maggior parte delle giornaliste vittime di attacchi di genere sono croniste locali, vittime di maschilismo e patriarcato, o insultate nelle piazze virtuali dove tutto è possibile.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.