Genova. Cassazione, rifare processo per il pestaggio di Stefano Origone
OSSIGENO – 9 febbraio 2024 – Così non va bene, questa sentenza dà un colpo di spugna inaccettabile, avevano detto i rappresentati dei giornalisti di fronte alla sentenza della Corte d’Appello di Genova che trasformava in una multa di 2582 euro la condanna a 40 giorni di reclusione comminata in primo grado ai quattro agenti di polizia del Reparto Mobile di Genova ritenuti responsabili del brutale pestaggio del giornalista di Repubblica Stefano Origone, preso a manganellate nel 2019 da un gruppo di agenti del Reparto Mobile, mentre seguiva per conto del suo giornale la manifestazione di protesta indetta contro un comizio di Casapound autorizzato dal Comune di Genova in pieno centro cittadino. In Appello la condanna a 40 giorni di reclusione per quattro agenti era stata trasformata in una sanzione di 2582 euro a testa. Così non va bene, aveva detto anche il Procuratore Generale di Genova Alessandro Bogliolo facendo ricorso in Cassazione, osservando che le lesioni inferte dagli agenti sono da considerare dolose e non possono essere giudicate conseguenti a un eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi. Adesso la Corte di Cassazione, l’11 gennaio 2014, si è pronunciata e, anch’essa, ha detto che così non va bene e perciò ha annullato quella sentenza che ridimensionava la pena, ha rinviato gli atti alla Corte di Appello di Genova con la richiesta di pronunciarsi di nuovo per determinare la pena.
In primo grado, la procura aveva chiesto di condannare ciascuno dei quattro imputati a un anno e quattro mesi. Gli agenti avevano scelto il rito abbreviato, che comporta lo “sconto” di un terzo della pena. I giudici li avevano condannati a 40 giorni ciascuno, andando ben al di là.
Ossigeno aveva chiesto invano di costituirsi parte civile ritenendo che quel pestaggio abbia danneggiato il diritto di cronaca e la libertà di stampa, oltre alla persona del giornalista aggredito. Lo svolgimento del processo dice quanto fosse opportuna la richiesta di poter difendere questi diritti in sede processuale in un caso che esemplifica la necessità di adottare un codice di comportamento degli agenti di polizia in servizio di ordine pubblico nei confronti dei giornalisti che fanno le cronache.
Cesare Manzitti, avvocato di parte civile di Stefano Origone, raggiunto da Ossigeno, ha espresso soddisfazione per la decisione della Cassazione. “Il giornalista non ha compiuto alcun atto di violenza o resistenza né al momento dell’attacco degli agenti né precedentemente. E’ stato colpito dodici volte provocandogli ben tre fratture, è stato colpito ripetutamente anche quando è caduto a terra.” ASP
(ha collaborato Giacomo Bertoni)
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!