Gabriel Grüner reporter di guerra altoatesino fu ucciso in Kosovo 25 anni fa
Per il settimanale tedesco “Stern” stava documentando un momento storico – Premi per ricordarlo. La sua storia su Ossigeno-Cercavano la verità
OSSIGENO 12 giugno 2024 – Gabriel Grüner, 35 anni, era un reporter di guerra italiano di lingua tedesca. Lavorava per il settimanale tedesco “Stern”. Venticinque anni fa, il 13 giugno 1999, fu ucciso in Kosovo da un cecchino che tolse la vita anche al suo collega fotografo Volker Krämer e all’interprete macedone Senol Alit che li assisteva.
Gabriel si trovava in Kosovo occidentale per documentare un momento storico importante: la fine delle ostilità delle truppe serbo-bosniache contro i kosovari e l’arrivo delle prime truppe di pace della missione KFOR della NATO. Tre giorni prima le Nazioni Unite avevano approvato la Risoluzione 1244 che mise fine ai massacri di civili e alla pulizia etnica e diede inizio al lungo cammino verso l’indipendenza.
Era importante documentare quei giorni. Gabriel si trovava ad un check point nei pressi del Passo di Dulje. Era un civile disarmato. Fu un crimine di guerra. Un crimine ancora oggi impunito.
Fra i trenta giornalisti italiani uccisi perché cercavano la verità e documentavano verità scomode per i quali si attende ancora verità e giustizia, oltre a Gabriel Grüner ci sono altri diciassette giornalisti italiani. Sono vittime delle mafie, del terrorismo, delle guerre. In questo campione l’impunità si attesta al 60%, come ha documentato Ossigeno per l’informazione sull’archivio online www.giornalistiuccisi.it che raccoglie le singole storie e una ricca documentazione su ognuno dei trenta operatori italiani uccisi fra il 196o e il 2014, in Italia e all’estero.
CHI ERA – Gabriel Grüner era più conosciuto dalla comunità altoatesina e in Germania che in Italia. Per sapere chi era si può consultare la pagina a lui dedicata su Ossigeno-Cercavano la verità (leggi). Nato a Malles Venosta nel 1963, iniziò a collaborare con lo Stern nel 1991. Come reporter di guerra si recò in diversi ‘punti caldi’ del mondo, tra cui Slovenia, Serbia, Afghanistan, Sudan.
“Era sempre alla ricerca del perché di guerre e conflitti. Se Gabriel fosse ancora vivo, si sarebbe sicuramente recato in Ucraina per cercare lì la verità e per raccontare in modo indipendente la guerra”, ha detto di lui la giornalista Susanne Fischer (leggi).
“Era sensibile, impegnato nella difesa del prossimo, sia in redazione che quando realizzava i suoi reportage”, è il ricordo commosso del collega Joachim Rienhard, pubblicato in italiano da Ossigeno (leggi).
IL PREMIO E LA BORSA DI STUDIO – In memoria del reporter sono stati istituti un Premio e una Borsa di studio rivolti ai più giovani. Quest’anno il Premio ha compiuto dieci anni, la borsa di studio ne ha compiuti 25. Promossi dall’agenzia “Zeitspiegel Reportagen”, godono del sostegno del comune di Malles, paese di origine del giornalista, del settimanale “ff” e della Direzione tedesca dell’istruzione.
La cerimonia di premiazione 2024 si è svolta il 17 maggio a Malles. Luis Parth e Noa Frischmann, studenti del liceo classico di Silandro, sono stati premiati per il loro reportage “L’armonia nel cuore, la guerra nella testa” che racconta di un giovane musicista israeliano scappato dalla guerra che ha trovato rifugio in Alto Adige. La borsa di studio è, invece, stata assegnata all’autore David Krenz e al fotografo Hannes Jung per il loro reportage sulla storia di un migrante in un villaggio della Germania dell’Est.
Grazia Pia Attolini
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