Federica Angeli su FB, grazie a Ossigeno, fu il primo a sostenermi. Non lo dimentico
OSSIGENO 6 MARZO 2020 – La giornalista sotto scorta dal 2013 ricorda che l’Osservatorio ruppe il suo isolamento con l’articolo per il quale Rossella Ricchiuti è stata querelata insieme a lei
FEDERICA ANGELI: 116ESIMA QUERELA VINTA
OSSIGENO 4 marzo 2021 – Ho vinto anche questa querela. La numero 116 che mafiosi di Ostia (colletti bianchi, non gli Spada) mi avevano fatto per un articolo in cui denunciavo esattamente ciò che erano e ciò che facevano.
Vi invito però a leggere il link che ho condiviso . Perché anche chi mi ha difeso ha subito conseguenze pesanti e, grazie al cielo, ha vinto insieme a me.
Grazie dunque a Ossigeno e ad Alberto Spampinato, il primo a darmi sostegno quando i più dicevano che stavo inventando tutto “per diventare ricca e famosa”.
Lui, che a causa della mafia ha perso un fratello, si è preso cura della mia solitudine di allora, mi ha difesa e protetta con una penna e io non lo dimenticherò mai
MANCA UN PROTOCOLLO DI GARANZIA DEI GIORNALI PER I CRONISTI MINACCIATI
OSSIGENO RINGRAZIA FEDERICA per queste parole di commento alla notizia dal titolo “Querelata senza motivo, 4 anni di angoscia. Ossigeno mi ha aiutato” che riferisce la testimonianza della giornalista Rossella Ricchiuti, per anni una colonna del nostro osservatorio sui giornalisti minacciati e le notizie oscurate con la violenza. Rossella ha avuto la generosità di raccontare come ha vissuto l’incredibile odissea giudiziaria che ha avuto inizio per lei nel 2014.
Tutto cominciò con la pubblicazione in esclusiva, sul notiziario di Ossigeno, del suo articolo con la notizia circostanziata che Federica Angeli, redattrice della cronaca romana del quotidiano “La Repubblica”, ormai da quasi un anno viveva sotto scorta armata per decisione del Prefetto di Roma e nessuno lo sapeva. Quello fu un vero scoop, costruito dalla squadra degli osservatori di Ossigeno.
Con quell’articolo, Rossella rivelò i rischi a cui era esposta la redattrice del quotidiano romano a causa del suo lavoro. Spiegò minutamente perché aveva subito quelle minacce e da chi. Disse perché era protetta 24 ore su 24. Rese pubblici questi fatti quando tutti, anche il suo giornale, mantenevano il silenzio sull’intera vicenda. Un silenzio che la isolava e la indeboliva. Un silenzio tuttora inspiegabile.
Federica Angeli è una cronista valorosa e coraggiosa, che ha fatto bene il suo dovere, anche in quell’occasione, con passione civile ed etica professionale.
Per fortuna ciò è ormai riconosciuto da tutti, anche da chi ha atteso gli sviluppi giudiziari prima di ammetterlo. Sviluppi inequivocabili, arrivati alcuni anni dopo.
Ma perché le cose andarono in quel modo? Questo non è stato mai chiarito abbastanza. Gli errori di sette anni fa si potrebbero ripetere a danno di altri giornalisti, ai quali potrebbe essere negato il sostegno ampio e corale che anche Federica avrebbe meritato fin dal primo momento. Potrebbe accadere perché oggi come allora manca ai giornali e a giornalisti un protocollo di intervento per i casi come questo.
ASP
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