Fakenews. Condannata TeleSud in Sicilia
Per una notizia falsa sul giornalista Rino Giacalone pubblicata nel 2015 l’emittente e i giornalisti devono risarcire 33mila euro
Il 20 novembre 2019 il Tribunale civile di Trapani ha condannato l’emittente televisiva TeleSud, 2 giornalisti e l’editore a versare 33 mila euro al giornalista Rino Giacalone: 25 mila euro per risarcimento danni da diffamazione, altri 2500 € per la gravità dei fatti, più 5 mila e 500 euro per le spese legali sostenute.
IL FATTO – La base del procedimento è il fatto che nel 2015 TeleSud ha diffuso la notizia falsa secondo la quale a carico di Rino Giacalone era stata avviata un’indagine giudiziaria per tentata estorsione e millantato credito.
I CONDANNATI – Sono stati condannati in solido con l’emittente, il giornalista autore del servizio televisivo, Luigi Todaro, il presidente del Consiglio di Amministrazione dell’emittente, Massimo Marino, il quale all’epoca aveva trasmesso un editoriale sul caso Giacalone, e gli eredi dell’allora direttore di TeleSud, Rocco Giacomazzi, deceduto nel 2017. Todaro e Marino dovranno inoltre versare in solido a Giacalone 2.500 euro a titolo di riparazione, secondo quanto stabilito dall’ex articolo 12 della legge sulla stampa che prevede anche questa somma, determinata in relazione alla gravità, oltre al risarcimento del danno.
Inoltre, il giudice, Anna Loredana Ciulla, ha ordinato la rettifica della notizia e dell’editoriale pubblicati nel 2015, se ancora presenti sul sito web e sulla corrispettiva pagina Facebook dell’emittente.
IL COMMENTO DI GIACALONE – “Questa sentenza ristabilisce la verità contro le bugie che mi hanno mortificato e vilipeso. E’ stata montata una campagna di stampa – ha detto a Ossigeno il giornalista – che puntava a delegittimare la mia attività e che voleva colpire anche l’associazionismo antimafia e, probabilmente, puntava a screditare altri soggetti. Ma con le fake news si perde sempre. Sono state calpestate regole deontologiche ed etiche – ha aggiunto Giacalone – spero che questo giornalismo non passi inosservato dagli organi di disciplina dell’Ordine dei giornalisti”.
RDM
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