Fake news. Un metodo Ossigeno per proteggere la verità e il “buon giornalismo”
La relazione di Alberto Spampinato al seminario dell’Università Tor Vergata – Controllo dei fatti e consumo critico delle notizie
OSSIGENO 19 marzo 2021 – “Come distinguere tra le notizie che ci inondano, quali sono quelle approssimative, quelle infondate, quelle imprecise oppure semplicemente vaghe, quelle vere e quelle false? E’ importante riuscire a capirlo perché le false informazioni danneggiano il buon giornalismo e ledono il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati”. Lo ha detto il direttore di Ossigeno, Alberto Spampinato, nell’intervento al Seminario online dell’Università di Roma Tor Vergata, organizzato in collaborazione con Ossigeno per l’informazione e Odg del Lazio sul tema “Fake news e violazioni della libertà di stampa”. La seconda delle tre sessioni di 3 ore ciascuna era dedicata a “Gli ostacoli al buon giornalismo”.
Bisogna anche saper distinguere, ha aggiunto, pubblicità e propaganda dal giornalismo, perché sono forme di comunicazione potenti ma diverse, che spesso vengono mescolate sui media nell’interesse dei committenti e a danno dei lettori. “E’ come mescolare i lupi con gli agnelli”, ha commentato Spampinato. Ma come può un lettore valutare la fondatezza e la veridicità di una notizia? “Basta insegnare ai lettori quali sono i requisiti essenziali di una notizia, anche con iniziative formative nelle scuole. Una notizia attendibile deve innanzitutto rispondere alle 5 domande classiche (chi, dove, quando, come e perché), deve essere attuale e di interesse pubblico, deve indicare chiaramente la fonte o l’origine dell’informazione, deve essere chiara, deve usare un linguaggio rispettoso della dignità delle persone. Questi sono i requisiti essenziali. Se manca anche uno solo di questi requisiti si deve dubitare della attendibilità dell’informazione, si deve prendere in considerazione la possibilità di essere davanti a una notizia tossica, falsa, fuorviante. Basta fare come quando guardiamo la segnaletica stradale: se seguiamo un cartello diverso dagli standard stabiliti, è probabile che sbagliamo strada, che non andremo dove vogliamo andare ma dove ci vuole portare qualcuno per suoi personali interessi”.
Spampinato ha poi spiegato in che cosa consiste il “Metodo Ossigeno”, la metodologia di controllo approfondito e di verifica dei fatti controversi usata dall’Osservatorio sui giornalisti minacciati in Italia e le notizie oscurate con la violenza. “Noi – ha detto – usiamo questo metodo per selezionare, fra i giornalisti, blogger, difensori dei diritti umani che subiscono intimidazioni e ritorsioni quelli che vengono attaccati per avere fatto “buon giornalismo”, cioè per averlo fatto nel rispetto dei canoni deontologici, dei codici etici e dell’interesse pubblico, per diffondere notizie vere. Le notizie vere – ha sottolineato – sono a volte rischiose, ma sono preziose, sono in assoluto il più grande antidoto alle false notizie. Pubblicare queste notizie, soprattutto quelle sgradite a persone potenti del mondo politico, economico o criminale, è pericoloso. Si rischiano intimidazioni, aggressioni, insulti e querele pretestuose”.
“Applicando questa metodologia rigorosa, ripresa e studiata in tutto il mondo, noi individuiamo i cronisti che meritano il nostro aiuto, li aiutiamo concretamente – ha continuato il direttore di Ossigeno – e invitiamo tutti a sostenerli. Il nostro controllo dei fatti è molto approfondito, si avvale di testimonianze, prove, atti e documenti per arrivare a una valutazione. Il nostro giudizio è necessariamente soggettivo, ma ben fondato, essendo basato su documenti e principi di valutazione codificati. Su quasi cinquemila casi analizzati dal 2006 a oggi, non abbiamo mai sbagliato valutazione, se si fa eccezione di di 2-3 episodi in cui siamo stati ingannati da falsi minacciati che hanno mentito anche alle autorità”.
“Noi rispetto ai giornali – ha detto Spampinato – abbiamo un grande vantaggio: abbiamo più tempo per verificare i fatti. Noi stendiamo il caso sul tavolo, lo analizziamo da ogni angolazione e a volte arriviamo dove altri non sono riusciti ad arrivare. Come ad esempio con Federica Angeli nel 2014, quando noi per primi, prima del suo stesso giornale, abbiamo dato notizia delle minacce che aveva subito un anno prima da ambienti malavitosi di Ostia. O con Ester Castano, che fu minacciata e querelata dal sindaco di un paese del milanese per avere rivelato un ambiente corruttivo e malavitoso collegato al comune sei mesi prima che intervenisse la magistratura”.
LT
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