Ex collaboratori dell’Espresso condannati per calunnia
I giornalisti avevano scritto di un’intercettazione, mai riscontrata, fra l’ex presidente della Regione Sicilia e un medico, in cui si parlava di “fare fuori come il padre” Lucia Borsellino, all’epoca assessore alla Salute
OSSIGENO 10 novembre 2022 – Il giudice monocratico della V sezione penale di Palermo, Salvatore Flaccovio, il 3 novembre 2022 ha condannato i giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi a un anno e 4 mesi di reclusione, pena sospesa, con l’accusa di avere calunniato un ufficiale dei Nas dei Carabinieri (leggi). L’accusa di pubblicazione di notizie false è caduta perché il reato è stato prescritto. I giornalisti dovranno pagare una provvisionale esecutiva di 10 mila euro. La difesa ha preannunciato appello.
Nel luglio 2015 i due giornalisti in un articolo sull’Espresso avevano riportato il contenuto di una presunta intercettazione fra l’ex governatore siciliano Rosario Crocetta e l’ex primario dell’ospedale Villa Sofia Matteo Tutino, che era indagato per truffa (leggi su Ossigeno). Nell’articolo si leggeva che il medico, riferendosi a Lucia Borsellino, figlia del giudice ucciso dalla mafia, che all’epoca era assessore regionale alla Salute, avrebbe detto: “Va fatta fuori come il padre”.
LA PROCURA – I giornalisti non fornirono la registrazione e perciò non è entrata negli atti dell’inchiesta. Piero Messina sostenne che a svelargli il contenuto della conversazione era stato un ufficiale del NAS all’epoca in servizio a Palermo, il quale, sentito dagli inquirenti, ha smentito la circostanza. Da qui l’accusa di calunnia nei confronti del carabiniere per i due giornalisti, e la condanna. Il pm aveva chiesto 3 anni per ciascuno.
LA DIFFAMAZIONE A CROCETTA – A settembre 2022 Piero Messina, Maurizio Zoppi, il Gruppo Editoriale l’Espresso s.p.a. (oggi GEDI) e l’ex direttore Luigi Vicinanza si sono visti confermare la condanna a risarcire in solido l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, che li aveva citati in tribunale per diffamazione, per la medesima vicenda (leggi). La sezione prima civile della Corte d’Appello di Palermo ha infatti rigettato il loro appello (tutti assistiti dagli avvocati Virginia Ripa di Meana ed Ercole Noto Sardegna) contro la sentenza con la quale il Tribunale di Palermo aveva condannato i cronisti a pagare 50mila euro in favore dell’ex presidente della Regione. LT
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