Dunja Mijatovic: impunità minaccia pericolosa
Messaggio della Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa in occasione della Giornata Idei 2018
La sicurezza dei giornalisti in Europa attraversa un momento molto critico. Le recenti uccisioni brutali di giornalisti rappresentano solo la punta più visibile di un iceberg di minacce: gli attacchi all’incolumità dei giornalisti, la detenzione, l’accanimento giudiziario, le intimidazioni politiche e private colpiscono i giornalisti in molti paesi europei.
Questa situazione è aggravata da un’impunità per i crimini contro i giornalisti sempre più diffusa. Le indagini su omicidi e crimini contro i giornalisti si trascinano spesso per anni. Gli autori effettivi vengono talvolta assicurati alla giustizia, ma spesso i mandanti non vengono individuati e perseguiti.
L’impunità è una minaccia ancora più pericolosa. Acuisce il dolore dei giornalisti e delle loro famiglie, consente ai criminali di eludere la giustizia, mina la credibilità delle istituzioni pubbliche e viola gli obblighi giuridici degli Stati in base alle norme internazionali sui diritti umani le quali proteggono l’incolumità e la libertà dei giornalisti. In altre parole, l’impunità mette in pericolo la democrazia e lo Stato di diritto.
È quindi fondamentale che le autorità statali facciano tutto il possibile per evitare che l’impunità attecchisca, garantendo una migliore protezione dei giornalisti e conducendo indagini tempestive, indipendenti ed efficaci per tutti i reati contro i giornalisti.
Ma la lotta contro l’impunità, da sola, non basterà a garantire ai giornalisti l’incolumità e la libertà. Le autorità statali devono anche adottare misure concrete per proteggere loro e le loro famiglie.
A tal fine, gli Stati devono mostrare un più alto impegno nell’attuazione delle norme che essi stessi hanno concordato e devono utilizzare meglio gli strumenti già esistenti. In particolare, considero fondamentali quattro misure che le autorità dovrebbero adottare.
Innanzitutto, attuare pienamente la Raccomandazione del Consiglio d’Europa sulla sicurezza dei giornalisti e di altri operatori dell’informazione: prevede misure specifiche e praticabili per la prevenzione, la protezione, l’azione penale, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e la formazione.
Secondo, allineare le legislazioni nazionali agli standard internazionali in materia di libertà di espressione. Il legislatore deve adottare leggi che preservino l’incolumità dei giornalisti e li proteggano da indebite pressioni. Deve depenalizzare la diffamazione e garantire che le leggi sul terrorismo, la disinformazione o le questioni di sicurezza non limitino indebitamente la libertà e la sicurezza dei giornalisti.
Terzo: modificare il discorso pubblico nei confronti della stampa. I leader politici e tutti coloro che hanno un’influenza sull’opinione pubblica hanno il dovere di evitare discorsi ostili e azioni contro i giornalisti e devono condannare tutti gli attacchi, fisici e verbali, contro di loro. Devono proteggere la libertà di stampa, non seppellirla.
Infine, bisogna sostenere le iniziative volte a proteggere i giornalisti. Qui l’Italia può giocare un ruolo da protagonista. Nonostante molti giornalisti siano stati uccisi in passato. Ma oggi, ancora, affrontano una serie di minacce pericolose, inclusa una retorica politica molto ostile. Nonostante tutto, siete riusciti a preservare una stampa molto vivace e diversificata e la polizia e la magistratura hanno fornito ai giornalisti misure di protezione salvavita per anni. Inoltre, le associazioni di giornalisti e le organizzazioni non governative vigilano costantemente sulla libertà di stampa.
In questo contesto, desidero ringraziare Ossigeno per l’informazione per aver organizzato l’evento di oggi e mi congratulo per il lavoro di sensibilizzazione sulla sicurezza dei giornalisti in Italia che svolge da anni, portando alla luce casi di attacchi che in gran parte resterebbero sconosciuti. L’attività di Ossigeno rappresenta un buon esempio di come contribuire ad attuare ciò che il Consiglio d’Europa, il Parlamento europeo e le Nazioni Unite hanno spesso raccomandato agli Stati membri.
Senza una stampa libera e sicura non può esserci democrazia. La situazione attuale è critica ma non irrimediabile. Gli Stati hanno gli strumenti per invertire la rotta. Ora si tratta solo di utilizzarli.
Dunja Mijatovic, Commissaria per i diritti umani presso il Consiglio d’Europa
Strasburgo, 19 ottobre 2018
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!