Due giornalisti italiani spariti nel nulla 42 anni fa. Appello al governo
Sono Graziella De Palo e Italo Toni. Sulla loro scomparsa pesa ancora oggi il segreto di stato. I familiari chiedono di rimuoverlo. La ricostruzione su Ossigeno-Cercavano la verità
OSSIGENO 1 settembre 2022 – Quarantadue anni fa, il 2 settembre 1980, nella zona Ovest di Beirut, due giornalisti italiani in missione in Libano, Graziella De Palo e Italo Toni, uscirono dall’Hotel Triumph e sparirono nel nulla. Da quel momento nessuna traccia. Alcuni indizi fanno credere che furono rapiti e uccisi per qualcosa che avevano saputo e intendevano pubblicare, forse sui rapporti speciali che allora legavano l’Italia alle varie fazioni palestinesi, forse su un traffico illegale di armi. Le inchieste giudiziarie non sono riuscite ad accertarlo e a individuare i responsabili, anche perché sulla vicenda è stato apposto il segreto di stato che ancora oggi, quasi mezzo secolo dopo, impedisce di accedere a documenti che potrebbero chiarire i fatti.
COSA FACEVANO – Graziella e Italo erano arrivati a Beirut da Roma il 22 agosto, undici giorni prima. Lo scopo dichiarato della loro missione era quello di documentare la situazione politico-militare e le drammatiche condizioni di vita dei palestinesi nei campi profughi libanesi. Ma secondo alcune ricostruzioni stavano anche indagando segretamente su un traffico di armi che coinvolgeva l’Italia. Inoltre, secondo le dichiarazioni di un testimone, Graziella De Palo raccoglieva informazioni anche sull’ipotesi di un coinvolgimento dei palestinesi nella strage terroristica compiuta alla stazione di Bologna un mese prima, il 2 agosto 1980.
CHI ERANO – Nell’elenco dei trenta operatori dell’informazione italiani uccisi dal 1960 a oggi, Graziella De Palo e Italo Toni sono i primi ad essere stati uccisi all’estero, come dice la cronologia di Ossigeno consultabile su Cercavano la verità, l’unico sito italiano che racconta la storia di ognuno di questi cronisti e l’iter giudiziario (spesso inconcludente) per accertare colpe e responsabilità.
Italo era originario di Sassoferrato (Ancona), aveva 50 anni e diverse collaborazioni giornalistiche alle spalle, era un profondo conoscitore del Medio Oriente. Graziella, nata a Roma 24 anni prima, aveva una grande passione per il giornalismo. Quella passione l’aveva spinta, giovanissima, a occuparsi sulle pagine di Paese Sera e de L’Astrolabio, dei traffici d’armi internazionali che violavano l’embargo Onu. È possibile rileggere i loro articoli e le loro inchieste qui: Italo Toni – Graziella De Palo.Tra i pezzi più significativi della giornalista, l’articolo uscito su Paese Sera il 21 marzo 1980, intitolato “False vendite, spie e società fantasma: così diamo armi”.
APPELLO AL GOVERNO – “Ancora una volta, in occasione del 2 settembre, noi familiari ci ritroviamo a fare appello al Presidente del Consiglio – ha dichiarato a Ossigeno Nicola De Palo, cugino di Graziella -. Sono stati disvelati parzialmente alcuni documenti custoditi presso l’AISE (ex SISMI) ma non vi è mai stata una piena collaborazione da parte delle istituzioni per chiarire le responsabilità di quanto accaduto; non è stata dimostrata neppure la pietà nei confronti della madre di Graziella di poter piangere sui suoi resti. Ho ragione di credere che non si voglia far emergere la verità per non incrinare gli equilibri economici che interessano l’Italia con i Paesi del Medio Oriente, ancora più delicati dopo l’aggressione russa all’Ucraina e la conseguente crisi energetica che spinge l’Italia ad approvvigionarsi dai Paesi arabi”. GPA
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