Due accusati di rivelazione di segreto di Stato
I giornalisti Nicola Borzi e Francesco Bonazzi hanno riferito, sul Sole 24Ore e su La Verità, attività bancarie dei servizi segreti presso la Popolare di Vicenza
Il 25 gennaio 2019 la Procura di Roma ha notificato un avviso di chiusura delle indagini ai giornalisti Nicola Borzi, un ex redattore del quotidiano Il Sole24Ore e adesso collaboratore de Il Fatto Quotidiano, e Francesco Bonazzi del quotidiano La Verità. Sono entrambi accusati di rivelazione di segreto di Stato e di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato in relazione agli articoli pubblicati il 15 novembre 2017 su La Verità e il 16 novembre su Il Sole24Ore, nei quali hanno riferito di operazioni bancarie dei servizi segreti italiani presso Banca Nuova, del gruppo Popolare di Vicenza.
Il 17 novembre 2017, le forze dell’ordine avevano sequestrato ai cronisti le memorie usb e l’hard-disk del computer utilizzato da Borzi in redazione.
Secondo la Procura, i giornalisti avrebbero commesso i reati l’8 e il 10 novembre 2017, giorno in cui avrebbero incontrato la loro fonte.
“Sono tranquillo – ha dichiarato Bonazzi a Ossigeno – In questi 13 mesi nulla ha smentito una sola riga di quanto ho scritto. Io ho fatto il mio lavoro, i magistrati fanno il loro. Accetterò la sentenza, ma se mi condanneranno dovranno ammettere che ho fatto bene il mio lavoro. Mi sono sempre mosso – conclude – pensando alle persone che hanno perso milioni in quelle banche”.
RDM
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