Diritto oblio. Paolo Borrometi non deve cancellare 5 articoli su Giuseppe Gennuso
Giuseppe Gennuso ha presentato un procedimento d’urgenza, ma il giudice non l’ha accolto e lo ha condannato a pagare le spese di lite
Il giornalista Paolo Borromenti non deve cancellare dal sito La Spia i cinque articoli pubblicati tra febbraio e ottobre 2018 per i quali Giuseppe Gennuso, deputato decaduto a maggio 2020 dall’Assemblea regionale della Sicilia per effetto della legge Severino, aveva chiesto la rimozione, invocando il diritto all’oblio e contestando la lesione della propria reputazione.
Il 7 dicembre 2020 il giudice Giovanni Giampiccolo, del Tribunale di Ragusa, ha infatti rigettato il procedimento d’urgenza (ex art 770) intentato da Giuseppe Gennuso nei confronti del giornalista. Lo stesso giudice ha ingiunto all’ex deputato il pagamento di 1800 euro di spese di lite. “ E’ escluso un diritto alla cancellazione del proprio passato”, si legge nell’ordinanza, considerando che gli articoli conservati nell’archivio digitale della testata “non contengono notizie false (…) deve quindi prevalere il diritto di cronaca ed alla libera manifestazione del pensiero”.
Il giudice ha dato atto che il giornalista in data successiva agli articoli contestati ha rappresentato “compiutamente l’intera vicenda giudiziaria riguardante il ricorrente e i suoi sviluppi processuali”.
Giuseppe Gennuso è decaduto perché condannato per traffico d’influenze, in relazione alla ripetizione delle elezioni regionali del 2012 in alcuni seggi a Pachino e Rosolini (in provincia di Siracusa). Nel 2019 era stato arrestato con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Ammesso al patteggiamento, il giudice ha derubricato il reato in traffico d’influenze.
RDM
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