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Diritti umani. Più protezione per i migranti

Appello della Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović rivolto ai ministri dei paesi dell’Unione Europea, affinché si impegnino ad assicurare sbarchi sicuri, condividano la responsabilità di ospitare chi arriva alleggerendo così la pressione su Italia, Malta e Grecia, rinuncino ai rimpatri in paesi di provenienza non sicuri e sospendano la cooperazione con la Libia in attesa di ottenere piene grazie sul rispetto dei diritti

Questo è il testo dell’appello rivolto da Strasburgo, dalla Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, ai Ministri della Giustizia e dell’Interno degli Stati membri dell’Unione Europea che si incontrano lunedì 7 e martedì 8 ottobre 2019 in Lussemburgo.

“Nell’incontro di oggi non si dovrebbe perdere l’occasione di indirizzare la politica migratoria verso un cammino più umano e conforme ai diritti umani

Apprezzo che gli sforzi già fatti incrementino la condivisione di responsabilità tra gli Stati membri e assicurino che le persone salvate in mare possano essere fatte sbarcare rapidamente in un luogo sicuro, assicurandosi che ciò sia fatto nell’adeguata garanzia dei diritti umani. Il dibattito ora deve anche concentrarsi sul miglioramento della protezione dei diritti umani in altri ambiti della politica europea sull’immigrazione, specialmente nella prevenzione dei rimpatri verso nazioni dove coloro che sono stati salvati in mare affronterebbero gravi violazioni dei diritti umani.

Il successo dello sbarco e del meccanismo di distribuzione dipenderà fortemente dalla partecipazione e dal supporto di quanti più paesi possibili. Dovrebbe anche creare un cammino verso un sistema a lungo termine e più ambizioso che alleggerisca la pressione su alcuni Stati membri- come Italia, Malta e Grecia- e difenda i diritti umani di tutti i migranti, in particolare per quanto riguarda eque ed efficaci procedure in materia d’asilo, garanzia di non detenzione, adeguate condizioni di accoglienza, tutela dell’unità familiare, ed eque procedure di espulsione per coloro che non necessitano di protezione.

Risolvere il problema degli sbarchi è importante, ma bisogna prestare attenzione affinché ciò non avvenga a spese della protezione dei diritti umani in atri ambiti. In particolare, la ben accolta introduzione del meccanismo di sbarco e rilocazione non deve avere come conseguenza l’estensione di alcune azioni degli Stati membri che potrebbero portare al rimpatrio delle persone salvate in mare verso luoghi in cui quest’ultimi potrebbero affrontare serie violazioni dei diritti umani. Oggi, gli Stati membri hanno la possibilità di prevenire ulteriori disastrose conseguenze umanitarie e sui diritti umani, sospendendo qualsiasi attività di cooperazione con le autorità libiche che abbia ripercussioni sulle intercettazioni in mare e come risultato il rimpatrio in Libia, finché non venga rispettata la chiara garanzia del rispetto dei pieni diritti umani. 

Aumentare la trasparenza e la responsabilità verso l’impatto dei diritti umani nella cooperazione con terzi stati dovrebbe essere al centro di ogni ulteriore sviluppo nella politica migratoria europea. Altri punti cruciali includono espandere la capacità di ricerca e salvataggio; garantire vie legali e sicure; cooperare in maniera costruttiva con le ONG, assicurarsi che le istruzioni impartite dagli Stati membri ai capitani delle navi non portino al ritorno in luoghi dove i migranti possano subire violazioni dei diritti umani; e prevenire il trasferimento di responsabilità nel coordinamento delle operazioni di salvataggio ad autorità che palesemente non rispettano i diritti umani”. ASP/mr

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