Covid. 42 giornalisti aggrediti a ottobre-novembre dai manifestanti no green pass
Episodi in tutta Italia. L’intolleranza verso i cronisti è aumentata. Attacchi anche contro alcune redazioni. La protezione della polizia e altre possibili misure
Ossigeno per l’Informazione ritiene che ognuno degli episodi qui segnalati meriti una approfondita verifica, per stabilire se – come sembra probabile da un primo esame – ognuno di essi rappresenti un’effettiva violazione della libertà di stampa e di espressione e se, di conseguenza, i giornalisti e le altre persone che ne sono state danneggiate, oltre alla solidarietà, meritano ulteriore assistenza. Avendo già impegnato le proprie risorse nella verifica puntuale di altri episodi altrettanto meritevoli di attenzione, l’Osservatorio auspica che gli stessi interessati forniscano gli elementi utili per la valutazione e che altre organizzazioni possano farsi carico della verifica rendendo pubblico il risultato del loro lavoro, come fa Ossigeno.
OSSIGENO 28 dicembre 2021 – Dal 1° ottobre al 30 novembre 2021 Ossigeno per l’informazione ha rilevato 18 episodi di probabile violazione del diritto di informazione ai danni di 42 giornalisti impegnati a seguire le manifestazioni contro l’introduzione del green pass. Si tratta di 3 donne, 11 uomini e altri 28 di cui l’osservatorio non è in grado di precisare il genere. Secondo la classificazione di Ossigeno, 9 episodi rientrano nella macrocategoria “Avvertimenti”, 4 in “Aggressioni fisiche”, 4 in “Ostacolo all’informazione” e 1 in “Danneggiamenti”. Di sotto c’è l’elenco completo.
Di fronte a questi e altri consimili eventi che hanno destato viva preoccupazione, sono stati numerosi e giustificati gli appelli rivolti alle istituzioni e alle forze dell’ordine affinché garantiscano più ampiamente la sicurezza degli operatori dell’informazione. Ma questa situazione richiede anche un’organizzazione più sicura del lavoro dei cronisti che lavorano in situazioni di rischio prevedibile.
Perciò, di fronte al succedersi di incidenti di questo tipo, già a dicembre 2020, Ossigeno per l’informazione, ha sollecitato un protocollo organizzativo per salvaguardare meglio l’incolumità dei giornalisti che documentano il comportamento di coloro che contestano in modo violento le misure adottate dalle autorità pubbliche per contenere i contagi da Covid 19: il lavoro dei cronisti che legittimamente e nell’interesse pubblico vanno a filmare violazioni delle norme anti contagio e manifestazioni di protesta che sfociano nella violenza, e anche il lavoro di quei cronisti che documentano altre situazioni di interesse pubblico in condizioni di prevedibile rischio. Leggi Come prevenire le aggressioni ai giornalisti che documentano il Covid e a chi spetta farlo
E’ indubbio che alcune elementari misure di protezione devono essere fornite dalle stesse organizzazioni editoriali che mandano i giornalisti in strada in situazioni di prevedibile rischio. Alcune già hanno cominciato a farlo. In altre aziende i giornalisti hanno cominciato a sollecitare analoghe protezioni.
E’ sotto gli occhi di tutti che con la crisi innescata dalla pandemia l’intolleranza per la funzione di documentazione svolta dai giornalisti sia diventata più alta, soprattutto chi scende in strada per fare cronaca si trova più esposto al pericolo. E nelle ultime settimane si sono registrati anche numerosi attacchi alle redazioni che hanno accresciuto ulteriormente la preoccupazione.
- A Trieste, la sera del 2 ottobre scorso, il corteo no green pass si è fermato sotto la sede regionale della Rai al grido di “giornalista terrorista” ed è stato bloccato dalla polizia in tenuta anti sommossa. Insulti e lanci di bottiglie contro la sede hanno costretto i giornalisti a rimanere barricati in redazione (vedi qui). Situazioni che Ossigeno per l’informazione documenta da anni, dimostrando che è sempre più difficile svolgere questa professione in strada, soprattutto se dotati di telecamera e microfono.
- Il 10 ottobre scorso Alessandro Serranò, giornalista e fotoreporter di Repubblica, è stato ferito da un manifestante che ha assalito un gruppo di fotografi brandendo una pala. L’aggressione si è consumata a Roma, in via del Corso, dopo oltre cinque ore di corteo contro il green pass. Un video riprende l’aggressione. Le immagini girate mostrano un uomo armato di una pala aggredire alle spalle un capannello di cronisti, colpire Serranò
- Il video mostra la stessa persona che aggredisce anche un collega di Alessandro Serranò della rete tv La7. Poi l’aggressore è stato fermato dalla polizia (vedi qui).
- Lunedì 18 ottobre, sempre a Trieste, l’inviato di La7 Carmelo Schininà è stato accerchiato da centinaia di persone durante il collegamento in diretta con il suo telegiornale. Sono iniziati i fischi, poi i cori con gli insulti che hanno attirato l’attenzione di altri manifestanti e hanno reso impossibile continuare la diretta in sicurezza (vedi qui).
- Lo stesso giorno Antonio Di Bartolomeo, giornalista Tgr Friulia Venezia Giulia che si trovava a Trieste per seguire la manifestazione di portuali e cittadini, ha pubblicato sul suo profilo Twitter (vedi qui) la foto dell’auto aziendale con logo Rai con una gomma tagliata.
- Mercoledì 20 ottobre 2021 Rosanna Sferrazza, inviata di “Non è l’Arena”, programma di La7 condotto da Massimo Giletti, si è recata a Roma all’esterno di una farmacia per intervistare alcune persone che erano in coda, in attesa di fare il tampone. La giornalista e il suo operatore sono stati insultati e costretti ad allontanarsi (vedi qui).
- Sabato 23 ottobre 2021, a Milano, Enrico Fedocci, inviato del Tg5, è stato circondato da decine di manifestanti. Stava realizzando un servizio per il telegiornale sul corteo contro il green pass (leggi qui). Il giornalista e il suo operatore sono stati insultati, l’obiettivo della loro telecamera è stato abbassato con la forza. Non è stato possibile fare riprese. La scena è stata registrata dall’operatore e pubblicata da Enrico Fedocci sulla sua pagina Facebook (vedi qui). Dopo questa aggressione il presidente pro tempore dell’Ordine dei giornalisti lombardo, Alessandro Galimberti, ha scritto una lettera al questore di Milano, chiedendo di garantire meglio la sicurezza dei cronisti (leggi qui).
- Il 29 ottobre 2021 una troupe Rai è stata cacciata da un comizio che si teneva davanti alla sede dell’Ordine dei Medici di Torino, dove dovevano parlare alcuni medici sospesi perché contrari al vaccino (vedi qui).
- Il 30 ottobre 2021 a Milano, alcuni manifestanti hanno aggredito un videomaker di La7, lo hanno insultato, gli hanno sputato contro e hanno colpito con un calcio la videocamera (vedi qui).
- Nella stessa circostanza, una giornalista di ‘Controcorrente’, programma di Rete4, è stata circondata e insultata insieme con la sua troupe, con una salva di fischi e trombette le è stato impedito di continuare il lavoro . “Dovete andarvene, giornalisti terroristi”, hanno gridato in coro i manifestanti (vedi qui).
- Il 6 novembre 2021, durante una manifestazione, è stato aggredito Andrea Pierini, collaboratore del Piccolo e di Telefriuli (vedi qui). A Padova, lo stesso giorno, la giornalista Marzia Pretolani della tv Telenuovo è stata derisa ed insultata da un manifestante, poi identificato dalla Digos (leggi qui).
- Il 21 novembre a Roma il giornalista Andrea Scazzola e la troupe della trasmissione “di Martedì” condotta da Giovanni Floris, sono stati insultati e allontanati forzatamente al grido di “giornalisti venduti, falsificatori, La7 non è gradita al popolo, dite solo le cazzate che vi impone il governo, via, via” (vedi qui).
- La mattina di venerdì 1° ottobre 2021 sono comparse scritte all’ingresso della sede di Teleromagna, che si trova a Pievesistina di Cesena: “I Vax uccidono art.32 2° Comma, No Nazipass – No Vaz” (vedi le immagini).
- Il 14 ottobre il giornalista Giovanni Balugani, redattore della Gazzetta di Mantova e autore di alcuni articoli sul “mondo no vax” è stato insultato e minacciato sui social; contro di lui una tempesta di circa 10mila commenti offensivi in 48 ore, tra cui alcuni fotomontaggi con tanto di svastica in fronte e fumetti diffamatori. A lui la solidarietà del Cdr, di Aser (leggi qui) e del presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini (leggi qui).
- Il 18 ottobre una lettera con proiettile è stata recapitata alla sede Rai di Firenze (leggi qui). All’interno della busta anche un biglietto con scritto “O VI DATE UNA CALMATA, GIORNALISTI E GIANI, O IL PIOMBO VI ZITTIRA’ PER SEMPRE!!!”. Secondo il Comitato di redazione della Tgr Rai Toscana, il Coordinamento dei CdR della Tgr Rai, l’Esecutivo Usigrai, l’Associazione Stampa Toscana e l’Ordine dei Giornalisti della Toscana si tratta di un “salto di qualità inquietante nel clima di queste settimane contro i giornalisti e l’informazione”.
- Il 2 novembre 2021 Alessandro Rovellini, direttore responsabile di diverse testate di Citynews, è stato oggetto di minacce esplicite e violente da parte di alcuni “no green pass” su una chat online. Solidarietà dal Cdr del gruppo editoriale (leggi qui).
- Il 23 novembre un gruppo di persone sul web ha preso di mira il giornalista Davide Piol, de La Gazzetta, redazione Belluno con numerosi messaggi tra cui: “Giornalaio cialtrone, bugiardo, corrotto, avanzo di galera”, “vile miserabile che credeva di poter far violenza tenendosi nell’ombra della feccia, avrai quello che meriti e non sarai il solo” (leggi qui).
- Il 30 novembre la casella di posta elettronica della redazione di NanoTV è stata presa d’assalto da centinaia di insulti e minacce, dopo la pubblicazione del video del direttore Maurizio Cerbone che si sottoponeva alla somministrazione della terza dose di vaccino anti covid, invitando i lettori della testata a fare lo stesso (leggi qui).
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GB
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