Realizzato nell'ambito del progetto OSSIGENO M.A.P. - MONITOR ASSIST AND PROTECT, co-finanziato da GMDF (Global Media Defense Fund), il Fondo creato nell'ambito della Campagna Globale per la Libertà dei Media nel quadro del Piano d'Azione dell'ONU per la Sicurezza dei Giornalisti e la tematica dell'Impunità. Il GMDF è stato sviluppato con l'obiettivo di facilitare la libertà dei media e migliorare l'accesso dei giornalisti ad una tutela legale specializzata e sensibile alla diversità di genere. Gli autori sono responsabili della scelta e della presentazione dei fatti contenuti in questa pubblicazione e delle opinioni ivi espresse, che non sono necessariamente quelle dell'UNESCO e non impegnano l'UNESCO.

Informazione a rischio. Dati e relazioni del convegno di Ossigeno

L’effetto dell’impunità – La volontà politica e le riforme sulla carta – La presunzione di innocenza – L’assistenza ai minacciati

OSSIGENO 23 novembre 2022 – Al seminario “Informazione a rischio. A che punto siamo in Italia con le minacce ai giornalisti. Il caso Lazio”, tenuto il 22 novembre 2022 a Roma presso l’università E-Campus, Ossigeno per l’informazione ha presentato e discusso i dati del suo monitoraggio relativi al primo semestre 2022, svolto in collaborazione con l’UNESCO, cofinanziato dal GMDF, il Global Media Defense Fund.

Il convegno, organizzato con l’Odg del Lazio e valevole per l’aggiornamento professionale dei giornalisti, ha aperto due focus, uno sul caso del Lazio, la regione in cui da anni si registra il maggior numero di intimidazioni ai giornalisti, e che nei primi mesi di quest’anno ha perso questo primato, e l’altro sulle minacce di genere che colpiscono le giornaliste donne, discusse in un collegamento in diretta con il ‘Forum delle giornaliste del Mediterraneo’, che si è tenuto in contemporanea all’Università di Bari.

CHE FARE? – Il presidente di Ossigeno Alberto Spampinato ha aperto il convegno ricordando la ricorrenza della Giornata mondiale dell’ONU per mettere fine all’impunità per i reati contro i giornalisti (IDEI). Ha ricordato che nel mondo negli ultimi 29 anni sono stati uccisi 1565 giornalisti (dati UNESCO) e in Italia dal 1960 in poi ne sono stati uccisi 30, i cui volti sono effigiati nel Pannello della Memoria e le cui storie sono raccontate nel sito ‘Ossigeno – Cercavano la verità’ www.giornalistiuccisi.it. I 30 giornalisti italiani che hanno perso la vita per il loro lavoro, prima di essere uccisi sono stati minacciati come moltissimi altri giornalisti, che non hanno perso la vita ma hanno subito violenze, vessazioni, abusi, ritorsioni perché cercavano verità scomode per il potere. Quanti sono questi giornalisti?

Il monitoraggio di Ossigeno ne ha contati 6.249 dal 2006 a oggi. Il conto comprende, oltre ai giornalisti, altri operatori dell’informazione, blogger, opinionisti, difensori dei diritti umani che svolgevano un’attività di informazione nell’interesse pubblico e nel rispetto della deontologia del giornalismo. Nel 90% dei casi, secondo le stime di Ossigeno, non si è riusciti a punire i responsabili e questa impunità ha incoraggiato altre violenze e abusi contro i giornalisti. L’impunità rende queste minacce il problema più grave e drammatico che affligge la libertà di stampa. In che misura? Lo dicono i dati del monitoraggio di Ossigeno, quei 6249 casi documentati che mostrano la parte del fenomeno che l’osservatorio è riuscito a portare alla luce, la punta dell’iceberg. Alcuni grafici hanno mostrato l’andamento storico e attuale del fenomeno, la sua natura, i reati più ricorrenti a esso connessi, la provenienza delle minacce.

Nei primi 6 mesi del 2022, ha detto il presidente dell’Osservatorio, sono state individuate 431 minacce ad altrettanti giornalisti, più delle 384 rilevate l’anno precedente in 12 mesi. Nel Lazio ne sono state rilevate 40 in sei mesi rispetto alle 30 dell’intero 2021. Negli ultimi dieci anni Ossigeno ha rilevato nel Lazio poco più di mille minacce ai giornalisti. Nei primi sei mesi del 2022, in Italia Ossigeno ha offerto aiuto, supporto e assistenza a 299 giornalisti vittime di queste intimidazioni e ad altre centinaia di giornalisti esposti agli stessi rischi.

Il presidente dell’Odg regionale del Lazio Guido D’Ubaldo ha incoraggiato Ossigeno a proseguire la sua attività e ha assicurato che l’Ordine offrirà il suo supporto. Le ultime notizie sullo scioglimento di due comuni per infiltrazioni mafiose, ha aggiunto, confermano che il problema è molto grave soprattutto nel sud del Lazio, oltre che a Roma.

Fabrizio De Jorio, in rappresentanza dell’Associazione Stampa Romana, ha ringraziato Ossigeno per il lavoro che svolge in sostegno dei giornalisti.

Laura Turriziani e Giacomo Bertoni, giornalisti collaboratori di Ossigeno, hanno illustrato le diverse tipologie di minacce, intimidazioni e ostacoli ai giornalisti raccontando le vicissitudini di alcuni di quelli di cui l’Osservatorio si è occupato negli ultimi mesi.

Grazia Pia Attolini, giornalista collaboratrice di Ossigeno, si è collegata in diretta da Bari, dal ‘Forum delle giornaliste del Mediterraneo’ e ha illustrato i dati di Ossigeno ‘gender based’ sulle 109 giornaliste che hanno subito intimidazioni e minacce nei primi 10 mesi del 2022. “C’è spesso una componente sessista nelle minacce rivolte alle donne che fanno informazione – ha detto -. L’Osservatorio Ossigeno ha messo in evidenza la correlazione: intimidire e mettere a tacere una donna in quanto giornalista è anche frutto di una violenza di genere. Le minacce sessiste sono il 36% fra gennaio e luglio 2022”.

La giornalista Marilù Mastrogiovanni, socia di Ossigeno e fondatrice del ‘Forum delle giornaliste del Mediterraneo’, ha sottolineato che con l’università di Bari sta studiando le minacce di genere basandosi proprio sui dati raccolti da Ossigeno in collaborazione con Unesco. “Le giornaliste sono spesso attaccate – ha rimarcato – sul piano personale e sessuale”.

Sul tema delle querele temerarie e infondate per diffamazione a mezzo stampa, che pesano per circa la metà sul totale degli attacchi ai giornalisti, il segretario generale di Ossigeno, Giuseppe Federico Mennella, è stato chiaro: “La verità è che non c’è la volontà politica di procedere alla necessaria riforma complessiva del sistema sanzionatorio e delle pene a carico dei giornalisti. Questo vale sia nelle cause civili, sia per il codice penale. Nonostante l’intervento mitigativo della Corte Costituzionale, la pena del carcere per i giornalisti è ancora in vigore. Ed è un problema generale perché il diritto all’informazione non è prerogativa dei giornalisti; il titolare di questo diritto è il cittadino”.

Recentemente nuovi problemi per l’informazione sono mati dalla nuova normativa sulla “presunzione di innocenza”, che hanno limitato fortemente la possibilità dei magistrati di fornire informazioni ai giornalisti sui processi in corso. “Un magistrato che vuole diffondere informazioni su un procedimento invocando legittimamente la ragione del pubblico interesse, si muove in un campo minato, rischia di subire le sanzioni che sono state di recente introdotte dalla riforma Cartabia –, ha affermato Eugenio Albamonte, sostituto procuratore a Roma. Albamonte ha spiegato che la normativa sulla “presunzione di innocenza” è troppo generica, e anche per questo ha un effetto di dissuasione di tipo intimidatorio, e non soltanto sui giornalisti.

“La querela temeraria è l’abuso dell’azione giudiziaria sia in sede civile che penale – ha detto all’intervento conclusivo l’avvocato Andrea Di Pietro, coordinatore dell’ufficio legale di Ossigeno -. I primi a parlare apertamente di questo abuso e a documentarne l’enorme effetto siamo stati noi di Ossigeno. Abbiamo cominciato nel 2010″. Oggi oltre a parlarne, ha concluso, noi aiutiamo concretamente decine di giornalisti ogni anno fornendo loro, oltre a opinioni e pareri, assistenza legale gratuita o bonus per coprire parte delle loro spese legali. Il nostro Sportello legale finanziato dalla ong londinese ‘Media Defence’, ha creato nuova consapevolezza nei giornalisti e ha fatto emergere il problema”. ASP – LT

Tutti i dati del Rapporto Ossigeno gennaio-luglio 2022

Rivedi il convegno su Youtube

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