Condannato ex sindaco che querelò Ranucci
A Verona il Tribunale ha condannato Flavio Tosi a 3 mesi di reclusione con la condizionale subordinata al risarcimento dei danni al cronista
L’ex sindaco di Verona Flavio Tosi è stato condannato in primo grado, per diffamazione aggravata, a 3 mesi di reclusione, con la sospensione condizionale subordinata al risarcimento del danno nei confronti del giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore e autore di Report, in programma televisivo di inchiesta di Rai Tre.
La sentenza, del Tribunale di Verona – giudice Cristina Carrara e P.M. Elisabetta Labate – , è stata emessa il 30 settembre 2019 e segna la conclusione, in primo grado, di una vicenda iniziata nel 2014 con la querela da parte dell’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi, nei confronti del giornalista. Ossigeno definì “preventiva” quella querela poiché fu presentata formalmente prima ancora che l’inchiesta oggetto delle denuncia fosse messa in onda. Era un’inchiesta sull’amministrazione comunale di Verona che Ranucci stava realizzando. Il giudice archiviò quella querela e avviò un processo contro Tosi, disponendo la sua imputazione coatta per i reati di calunnia e diffamazione aggravata nei confronti del giornalista.
Luca Tirapelle, l’avvocato che ha difeso Ranucci, ha spiegato a Ossigeno che nel corso del procedimento l’accusa di calunnia nei confronti di Tosi è caduta “per mancanza di dolo”, mentre invece la diffamazione aggravata è rimasta e ha portato alla condanna. L’avvocato ha precisato che insieme a Tosi era imputato per concorso nel reato di calunnia anche Sergio Borsato, un collaboratore dell’allora sindaco, ma anche lui è stato prosciolto per questo reato.
QUESTI I FATTI. All’origine del processo c’è la querela “preventiva” presentata da Tosi, il 21 febbraio 2014, contro il giornalista di Rai Report Sigfrido Ranucci ,che si era recato a Verona per raccogliere informazioni sull’operato del primo cittadino per realizzare un’ inchiesta sulla gestione del Comune e degli appalti. Il servizio fu poi trasmesso da Rai Report nella puntata del 7 aprile 2014.
La querela di Flavio Tosi fu archiviata nell’ottobre 2014 dal Tribunale di Padova.
Poi, il 9 febbraio 2016, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona, Livia Magri, archiviò altri sette procedimenti per diffamazione originati dalle denunce del sindaco Tosi e di altre persone nominate nella stessa inchiesta e chiese al Pubblico ministero l’imputazione coatta del sindaco per i reati di calunnia e diffamazione aggravata e continuata nei confronti di Ranucci. La GIP chiese l’imputazione per calunnia anche per Sergio Borsato. Il 23 giugno 2016 ci fu il rinvio a giudizio per Tosi e Borsato.
La Gip aveva quindi riscontrato una presunta malafede del querelante, ritenendo che il sindaco avesse volutamente omesso di esporre nella sua denuncia che egli aveva agito in tacito accordo con Sergio Borsato, per trarre in inganno il cronista promettendogli grandi rivelazioni e in realtà per sapere quali informazioni Ranucci avesse raccolto fino a quel momento.
Per quella stessa vicenda e per gli epiteti e gli insulti che il sindaco di Verona aveva usato in diverse trasmissioni televisive contro i giornalisti di Report, definendoli “merde” e accusandoli di fare un “giornalismo spazzatura”, il 20 maggio 2014 Ranucci aveva reagito presentando, a sua volta, una querela contro Tosi. Il giudice aveva riconosciuto che i giornalisti del programma di Rai3 hanno rispettato i canoni deontologici e giurisprudenziali, la verità dei fatti e la continenza del linguaggio.
L’INCHIESTA GIORNALISTICA – Nel febbraio 2014 Ranucci decise di fare un’inchiesta sull’amministrazione comunale di Verona e su alcune modalità clientelari di gestione degli appalti. Perciò, fra gli altri, aveva contattato Sergio Borsato per chiedergli informazioni. Si vociferava che esistesse un presunto video hard compromettente, con il quale si cercava di ricattare il sindaco. Sergio Borsato, che allora faceva parte della Lega come Flavio Tosi, d’accordo con Tosi, finse di voler aiutare il cronista a ottenere una copia di quel video. Borsato registrò di nascosto i suoi incontri con Ranucci. Le registrazioni furono allegate alle denunce per diffamazione contro il giornalista presentate da lui e dal sindaco Tosi alla Procura della Repubblica di Verona.
Nella nota pubblicata dagli account social di Report si legge anche che “i nastri depositati, alla luce di due perizie, sono risultati anche successivamente modificati”.
RDM
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