Chiediamoci come sarebbe trattato Julian Assange in Italia
L’adesione di Ossigeno alla campagna per la sua liberazione e la proposta di verificare che cosa potrebbe accadere nel nostro paese
OSSIGENO 18 ottobre 2022 – Questa proposta di Ossigeno per l’Informazione è stata illustrata sabato 15 ottobre 2022, a Roma, da Loredana Colace durante la manifestazione di solidarietà per Julian Assange promossa da Left.
Ossigeno per l’Informazione sostiene con convinzione la campagna per la liberazione di Julian Assange, si batte affinché sia liberato al più presto e venga impedita la sua estradizione negli Stati Uniti o in qualsiasi altro paese in cui non è pienamente garantito il diritto di pubblicare informazioni di rilevante interesse pubblico senza subire gravi conseguenze.
Allo stesso tempo Ossigeno invita tutti i sostenitori di questa campagna a chiedersi quale trattamento giuridico avrebbe nel loro paese Julian Assange o chiunque altro come lui fosse accusato aver diffuso, nel pubblico interesse, importanti informazioni custodite con il segreto di stato che documentano dei crimini contro l’umanità.
Certamente in Italia e in molti altri paesi il diritto di informazione non gode di tutte le garanzie che noi invochiamo quando chiediamo la libertà per Julian Assange.
Sarebbe perciò coerente sviluppare la campagna per la sua liberazione impegnandoci a tracciare insieme una mappa completa delle norme da riformare, adeguare, integrare nel nostro paese.
Ossigeno per l’Informazione avanza questa proposta nel suo ruolo di osservatorio italiano indipendente, non governativo, che collabora con le istituzioni nazionali e internazionali per aiutare concretamente i giornalisti che subiscono intimidazioni, minacce e ritorsioni da persone, autorità, istituzioni che vogliono impedire che essi raccolgano e diffondano liberamente e lecitamente informazioni di pubblico interesse.
In Italia, dove la diffamazione a mezzo stampa è un reato punibile con sei anni di reclusione, questo fenomeno di indebito ostacolo al diritto di informazione è molto diffuso e debolmente contrastato. E’ caratterizzato dalle diecimila querele pretestuose che fioccano ogni anno contro i giornalisti, opinionisti, blogger, persone che pubblicano notizie scomode di interesse pubblico. Chi pubblica notizie che disturbano il potere rischia anche di essere processato e punito per violazione del segreto di stato o del segreto d’indagine, anche se ha semplicemente reso pubbliche informazioni di interesse pubblico lasciate filtrare da chi avrebbe dovuto custodirle e di solito non viene perseguito con altrettanta durezza. Queste querele, molte cause civili per risarcimento danno altrettanto pretestuose e le contestazioni di violazione del segreto sono veri e propri strumenti di ritorsione e di bavaglio imposti per via legale e sono innegabili violazioni del diritto di informazione.
L’Ossservatorio Ossigeno ha documentato in dettaglio oltre seimila violazione di questo tipo dal 2006 a oggi in Italia nei confronti di altrettanti operatori dei media e ha aiutato molti di loro a resistere con la solidarietà, altre forme di aiuto come l’assistenza legale gratuita nei processi in cui sono stati coinvolti.
Ossigeno ha inoltre indicato le principali cause di questo uso intimidatorio degli strumenti legali: una serie di leggi, di norme dei codici, di procedure che non dovrebbero avere alcuna cittadinanza in uno stato di diritto, perché queste violazioni limitano la circolazione di informazioni di pubblico interesse e di conseguenza indeboliscono il diritto dei cittadini di partecipare alla vita pubblica e in definitiva compromettono la democrazia.
ASP
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