Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

Che fare se anche il sindaco di Milano si tuffa nella palude delle querele facili

Il caso della citazione per danni da diffamazione del giornalista Gianni Barbacetto fa nascere alcune riflessioni e una proposta di Ossigeno

OSSIGENO 10 luglio 2024 – La decisione del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, di citare in giudizio il giornalista Gianni Barbacetto per chiedergli un risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa (non quantificato) per una critica pungente alla sua amministrazione fa vedere che l’intolleranza degli amministratori locali per le critiche e le domande scomode dei giornalisti si è ormai estesa in ogni dove, contagiando anche comuni che guardano da vicino ai modelli europei più avanzati.

TACI O TI QUERELO – Questa intolleranza si esprime nello slogan “Taci o ti querelo!” che è anche il titolo del dossier che si può leggere a questo link con cui nel lontano 2016 Ossigeno per l’informazione rivelò (con dati ufficiali inediti del Ministero della Giustizia) quanto ormai si fosse estesa quella piaga contro la quale non si praticava (e tuttora non si pratica) nessuna delle cure necessarie.

DIECI ANNI FA erano 6815 le nuove cause per diffamazione a mezzo stampa presentate ogni anno (5904 querele e 911 cause civili per risarcimento) e nove su dieci, una volta esaminate dai giudici, risultavano temerarie, infondate, pretestuose, con conseguente proscioglimento (nella maggior parte dei casi un giornalista). Risultava da quel dossier anche un tasso di crescita di questi procedimenti del’8% annuo. Com’è andata? Quante siano oggi le querele presentate ogni anno non lo sappiamo. Il ministero, il governo, il parlamento non hanno fornito i doverosi aggiornamenti. Ma sembra che le previsioni di crescita fossero giuste, visto che già nel 2019 secondo l’ISTAT erano diventate novemila l’anno. Un vero macello!

NEL 2024 probabilmente sono diventate molte di più. C’è da crederlo se anche amministratori pazienti e moderati come il sindaco di Milano non riescono a resistere alla tentazione di tuffarsi in questa grande palude in cui molto spesso la giustizia funziona al contrario, dando l’opportunità di farla pagare a chi fa critiche fastidiose e pungenti. Fargliela pagare è proprio il termine giusto, perché con queste accuse, in base ai codici, con queste accuse è difficile ottenere una condanna e un risarcimento. Invece è certo che una querela o una citazione costringe l’accusato a spendere il su tempo e qualche migliaio di euro per difendersi in giudizio, per confutare accuse vaghe, per dimostrare di aver esercitato correttamente la libertà di espressione. Insomma, a spese del comune (o delle risorse legali del comune) un amministratore comunale con un procedimento per diffamazione può costringere a spendere dei soldi chi dice-scrive-pubblica notizie o opinioni sgradite. Può infliggergli una specie di multa, quella che Ossigeno ha definito una tassa sull’innocenza.  Sono moltissimi i sindaci e gli assessori comunali che lo fanno e presto Ossigeno fornirà dei dati in proposito.

IL CASO BARBACETTO – A Gianni Barbacetto il Comune di Milano contesta l’opinione che dietro alcune attività edilizie potrebbero esserci irregolarità, come avvenne nel 1992 e fu poi rivelato dalle indagini giudiziarie di Mani Pulite. Il giornalista ha espresso su Facebook il dubbio che le cose potrebbero andare così. Il 9 maggio 2024 ha pubblicato un post che dice testualmente: “Domanda: ma davvero a Milano il Comune lascia costruire grattacieli fuori dalle norme senza che parta qualche mazzetta, come ai bei tempi di Tangentopoli?”. Fino a prova contraria, un cittadino (e a maggior ragione un giornalista) può esprimere questi dubbi sull’operato dei suoi amministratori. La Giunta comunale invece ha considerato quel post “contenente dichiarazioni gravemente lesive dell’immagine del Comune di Milano e del suo apparato amministrativo, alludendo a condotte corruttive poste in essere da dipendenti comunali” e ha incaricato i suoi legali di citare per danni l’autore. Evidentemente c’è anche dell’altro. Gianni Barbacetto non è un cittadino qualsiasi. E’ un giornalista molto noto a Milano, da anni è autore di articoli sulla corruzione e il malaffare pubblicati dal Fatto Quotidiano, spesso critica l’operato del sindaco Sala e della sua Giunta. Recentemente ha fatto proprio arrabbiare i bersagli delle sue critiche, che gli contestano anche un articolo “con corredo di una vignetta gravemente diffamatoria, rappresentativa di uno scambio di bustarelle” pubblicato online e condiviso su Facebook l’8 aprile 2024.

OSSIGENO per l’Informazione si augura che il sindaco e i suoi assessori rinuncino a questa azione giudiziaria che ha un così debole fondamento e rischia di appannare la loro immagine pubblica e li invita a trovare il modo di comporre modo amichevole la controversia con Gianni Barbacetto, per addivenire a un chiarimento sulla portata delle affermazioni del giornalista e sulla correttezza dell’operato del Comune. Il chiarimento a questo punto deve essere pubblico. A Milano non mancano arbitri competenti e imparziali Anche Ossigeno potrebbe svolgere questo ruolo, se fosse necessario. ASP

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