Caso MPS. Monteleone (Iene) condannato per diffamazione fa appello
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Multato per avere indicato l’avv. Michele Briamonte come la persona che secondo una fonte avrebbe accompagnato David Rossi in alcune visite allo IOR
OSSIGENO 21 luglio 2022 – Il 14 giugno 2022 il Tribunale di Torino (quarta sezione penale) ha condannato l’inviato de “Le Iene” Antonino Monteleone per diffamazione aggravata in danno dell’avvocato Michele Briamonte, ex consigliere di amministrazione di Banca Mps e managing partner dello Studio Grande Stevens. Il legale aveva querelato Monteleone in relazione a una puntata del 2017 dell’inchiesta televisiva sulla morte di David Rossi, capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, trovato morto sulla strada su cui si affacciava il suo ufficio, dopo essere caduto dalla finestra.
Il Tribunale ha condannato l’inviato de Le Iene a 400 euro di multa, al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni, quantificati in via provvisionale in 20mila euro. Lo hanno annunciato i difensori di Michele Briamonte.
In quella puntata Monteleone aveva inserito alcune dichiarazioni registrate secondo le quali David Rossi si era recato più volte a Roma nella sede della banca vaticana IOR insieme a un personaggio non nominato chiaramente ma identificabile da alcune connotazioni. L’avvocato Briamonte ha reagito affermando di essere identificabile in quel personaggio e dichiarandosi da ciò diffamato.
Secondo l’accusa, Monteleone ha assemblato in maniera artificiosa le dichiarazioni rese da alcuni soggetti intervistati e registrate segretamente, in modo da ottenere una rappresentazione dei fatti che non sarebbe veritiera.
L’avvocato Nicola Menardo dello Studio Grande Stevens, che ha assistito l’avvocato Michele Briamonte assieme alla collega Stefania Nubile, ha così commentato la sentenza: “In attesa di leggere le motivazioni, si può affermare che è stato condannato un certo metodo di fare informazione, che si disinteressa della verità dei fatti privilegiando lo scoop ad ogni costo”, commenta.
IL COMMENTO DI MONTELEONE – L’inviato delle Iene ha commentato la condanna su Facebook rivendicando il diritto dei giornalisti di raccogliere informazioni dirette sulla vicende oggetto di attenzione giudiziaria, senza limitarsi a riferire il contenuto degli atti giudiziari. “Io – ha scritto – ho riportato ciò che mi fu riferito, nel corso di un colloquio presso il suo studio legale, dall’avvocato Luca Goracci, fino al 2019 avvocato di Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi (…). Non avevo alcuna intenzione di attaccare l’avvocato. Il mio unico scopo era, e rimane, quello di sollecitare l’autorità ad approfondire – ha affermato Monteleone -.(…) Confido nel giudizio d’Appello. E se non dovessi vedere riconosciute le mie ragioni in Appello, andremo avanti fino alla Corte di Cassazione. (…) La decisione del Tribunale mi devasta. Perché quel servizio lo rifarei tale e quale altre 100 volte e se il mio modo di fare questo mestiere contrasta con la legge penale, beh devo riconsiderare tutto, ma proprio tutto!”.
COMMENTO DI OSSIGENO – Ossigeno ritiene che sia diritto dei giornalisti indicare ai lettori e agli inquirenti elementi di informazione utili e piste di indagine aggiuntive, fornendo informazioni, ricostruzioni e testimonianze. Sulla morte di David Rossi, dopo otto anni, rimangono ancora dei punti oscuri sui quali indaga una Commissione Parlamentare di inchiesta. Il diritto di informazione non può essere minimizzato. Ossigeno si augura che sia tenuto in maggior conto nelle fasi giudiziarie successive e che sia possibile chiarire meglio lo svolgimento dei fatti oggetto di questo processo. ASP
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