Cade dopo 5 anni la querela a Ossigeno, Federica Angeli e 12 giornalisti. Il Gip archivia
E’ stato esercitato correttamente il diritto di cronaca – I fatti contestati – L’Osservatorio: un paradosso, mostra che cosa c’è da correggere in materia di diffamazione a mezzo stampa
OSSIGENO 18 febbraio 2021 – Dopo cinque anni di processo, il 4 febbraio 2021 il GIP di Roma Mara Mattioli ha archiviato la querela per diffamazione presentata il 24 aprile 2017, da due persone che si ritenevano danneggiate da 14 giornalisti, fra cui Federica Angeli e Rossella Ricchiuti, quest’ultima per un articolo pubblicato nel 2014 da Ossigeno per l’Informazione. Tutti i querelati sono stati prosciolti. Rossella Ricchiuti è stata assistita dall’avv. Andrea Di Pietro, per conto dell’Ufficio di Assistenza Legale Gratuita di Ossigeno che opera in collaborazione con Media Defence
L’ARTICOLO CONTESTATO – Rossella Ricchiuti, giornalista RAI, nel 2014 era una collaboratrice dell’Osservatorio di Ossigeno sui giornalisti minacciati. E’ stata querelata in quanto firmataria dell’articolo dal titolo “Federica Angeli. Un’altra giornalista sotto scorta. Perché. Che cosa fare per lei”, pubblicato da Ossigeno per l’Informazione il 30 maggio 2014. In particolare, questo articolo del nostro Osservatorio viene ancora oggi ricordato per aver reso pubblico per primo il fatto che Federica Angeli, redattrice dell’edizione romana del quotidiano La Repubblica, già da un anno viveva sotto scorta, protetta permanentemente dalle forze dell’ordine.
IL CASO FEDERICA ANGELI – La protezione di Federica Angeli, spiegava l’articolo, era stata disposta dalle autorità in seguito alle minacce che lei aveva subito mentre, per incarico del suo giornale, svolgeva un’inchiesta giornalistica esclusiva sulle infiltrazioni nelle attività economiche della criminalità organizzata di Ostia (la frazione di Roma in cui abitava con la sua famiglia). Oggetto dell’inchiesta erano le concessioni pubbliche per l’uso e la gestione delle spiagge del litorale di Roma adibite a stabilimenti balneari. Una questione di cui all’epoca nessuno parlava ancora. Leggi a questo proposito Federica Angeli: Ossigeno ruppe il mio isolamento.
La vicenda personale e professionale di Federica Angeli era allora avvolta in un pesante silenzio mediatico, anche da parte del quotidiano “La Repubblica. L’articolo di Rossella Ricchiuti cambiò la situazione e fece sapere che Federica Angeli era sotto protezione anche in quanto testimone oculare di un fatto di sangue in cui erano coinvolte persone legate a coloro che l’avevano minacciata. L’articolo tuttavia non conteneva alcuna delle informazioni contestate dai querelanti.
IL COMMENTO DI ROSSELLA RICCHIUTI – “Sono contenta di uscire da questo processo con il pieno riconoscimento della correttezza del mio operato. Ma lasciatemi fare una domanda: vi sembra giusto che un giornalista debba attendere così tanti anni per sentirsi dire questo da un giudice? E in caso come questo, in cui mi hanno accusato di qualcosa che non avevo fatto, com’era facile vedere? A me no, non mi sembra giusto. Sono trascorsi tre anni e mezzo da quando mi è stata notificata la querela per diffamazione negli uffici della polizia postale. Sette anni dalla pubblicazione dell’articolo incriminato. Ricordavo bene quell’ articolo pubblicato, sul sito di Ossigeno per l’Informazione, quando lavoravo in quel piccolo tempio della libertà di stampa! E non riuscivo a credere che la querela si riferisse a quell’articolo, al racconto delle drammatiche difficoltà vissute da una giornalista minacciata, da Federica Angeli. Era paradossale ma vero. Secondo alcuni, certe cose non vanno dette, scritte, né tanto meno riferite. E la legge deve punire chi non si fa i fatti propri. Per fortuna c’è un giudice a Berlino e Ossigeno per l’Informazione a Roma. Perché, voglio dirlo a tutti, io ho potuto resistere in giudizio e vincere il braccio di ferro grazie all’Assistenza legale gratuita che lo sportello di Ossigeno mi ha offerto, grazie al sostegno del direttore di Ossigeno, che non si è mai dato per vinto, e grazie all’avvocato Andrea Di Pietro, che ha portato avanti questa difesa con competenza e determinazione”.
LA QUERELA – I querelanti avevano rivolto la stessa accusa di diffamazione ad altri 12 giornalisti accusandoli di aver pubblicato, nel 2014 e 2015, articoli di cronaca scorretti sulle vicende criminali di Ostia, su vari quotidiani e notiziari web: oltre a Ossigeno e alla Repubblica, Il Tempo, Il Corriere del Giorno, Ostia Today e altri.
L’ANTEFATTO – All’origine della querela c’è un’ordinanza di custodia cautelare emessa il 28 ottobre 2014 nei confronti dei due querelanti in relazione alle indagini sulle irregolarità dell’assegnazione degli stabilimenti balneari sul litorale di Ostia.
LE ACCUSE – I due querelanti hanno accusato i i giornalisti e le loro testate giornalistiche di aver diffuso in modo diffamatorio le informazioni relative al blitz giudiziario e al loro arresto, di avere fatto ripetuti riferimenti alla loro appartenenza alla criminalità organizzata di Ostia e in particolare al Clan Spada. I querelanti inoltre hanno lamentato il fatto che i giornali avevano pubblicato ampi stralci testuali dell’ordinanza di custodia cautelare che li aveva colpiti e che ciò avrebbe leso il loro diritto alla riservatezza.
IL PROCEDIMENTO – Il 4 febbraio 2021 il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ha archiviato la querela per tutti gli accusati, accogliendo la richiesta del pubblico ministero e respingendo l’opposizione dei querelanti di svolgere ulteriori indagini. Dopo tanti anni si sarebbe potuto chiudere il processo per prescrizione. Invece il giudice ha tenuto a precisare che in numerosi casi la querela era stata tardiva rispetto ad alcuni articoli contestati e, su richiesta dei giornalisti querelati, è entrato nel merito delle accuse. Quindi ha stabilito che per i fatti contestati la diffamazione non sussisteva, ha riconosciuto il corretto esercizio del diritto di cronaca da parte di tutti gli accusati, ha sottolineato che tale diritto sussiste ogni qualvolta la verità processuale desunta da un provvedimento giudiziario viene mutuata in maniera fedele; ove ci sia un’esatta corrispondenza tra l’accaduto e il narrato. “Il diritto di cronaca, come è noto, può essere esercitato anche quando ne derivi una lesione all’altrui reputazione a condizione che – ha aggiunto il giudice Mara Mattioli – come risulta nel caso di specie – la notizia sia vera, esiste un interesse pubblico alla conoscenza dei fatti e che l’informazione venga mantenuta nei limiti della obiettività”.
IL COMMENTO DI OSSIGENO – “Il procedimento penale contro Rossella Ricchiuti per l’articolo del 2014 sulle minacce a Federica Angeli dal titolo “Federica Angeli. Un’altra giornalista sotto scorta. Perché. Che cosa fare per lei” pubblicato nel 2014 da Ossigeno per l’Informazione è una di quelle vicende paradossali che fanno capire quanto sia ingiusta e lacunosa la normativa italiana in materia di diffamazione a mezzo stampa”. ASP
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