Boss mafioso minaccia dal carcere i giornalisti Massimo Giletti e Lirio Abbate
Nella trasmissione tv Non è l’arena i cronisti avevano criticato la proposta di scarcerare i mafiosi a causa del contagio da coronavirus
L’11 maggio 2020, dall’interno del carcere, il boss mafioso Filippo Graviano, che sconta una condanna per le stragi del 1992-1993, ha lanciato messaggi minacciosi nei confronti dei giornalisti Massimo Giletti e Lirio Abbate e del magistrato Nino Di Matteo. Queste circostanze sono state rese note dal giornalista Lirio Abbate, vice direttore del settimanale l’Espresso, nel libro appena pubblicato “U siccu. Matteo Messina Denaro. L’ultimo capo dei capi”.
La sera del 10 maggio 2020, nel corso della trasmissione televisiva Non è l’arena, sulla rete La7 i due giornalisti avevano criticato la proposta del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che, fra le misure del governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria determinata dal coronavirus, prevedeva la scarcerazione dei condannati per mafia. Il ministro era stato criticato anche per non aver nominato nel 2018 il magistrato Nino Di Matteo alla guida del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria).
“Quell’uomo… di Giletti e quel… di Di Matteo stanno scassando la minchia”, ha commentato il giorno dopo Graviano durante l’ora d’aria. E il giorno successivo, sapendo di essere ascoltato dalla polizia penitenziaria e da altri detenuti, ha aggiunto altre frasi minacciose.
ASP
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