Bonus a cronista abbandonata da editore durante processo da 25milioni €
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Angela Baglioni racconta la sua disavventura che mostra come un editore può venire meno all’impegno di pagare spese legali e risarcimenti da diffamazione
OSSIGENO 17 giugno 2021 – L’Ufficio Assistenza Legale Gratuita di Ossigeno vedi che opera in collaborazione con Media Defence, ha concesso un contributo in denaro a parziale copertura delle spese legali alla giornalista Angela Baglioni, che sta affrontando una causa per danni da diffamazione a mezzo stampa intentata da un’impresa di costruzione che ha chiesto un risarcimento di 25 milioni di euro. Angela Baglioni ha raccontato la sua storia con questo testo scritto per Ossigeno
Quando ho aperto il voluminoso plico appena ritirato all’ufficio postale, ho rischiato un infarto. Era una citazione in giudizio per una richiesta di danni colossale. Sfiorava la cifra di 25 milioni di euro. A citarmi in giudizio era una società di costruzioni che era stata impegnata in uno dei tanti cantieri della ricostruzione post-terremoto dell’Aquila. A sborsare quella cifra eravamo chiamati io, una modesta redattrice, l’allora direttore responsabile e l’editore della testata per la quale lavoravo, più altri due giornalisti e i rispettivi editori. Non avrei mai potuto mettere insieme quella cifra neppure facendo una montagna di debiti . E per che cosa mi chiedevano quei soldi? Per un articolo che avevo pubblicato senza alcun intento diffamatorio, semplicemente sviluppando una notizia avuta da una fonte qualificata.
L’articolo “incriminato”, che avevo pubblicato nel 2009 sull’edizione abruzzese del quotidiano “il Tempo”, poneva alcuni interrogativi sulla ricostruzione dell’Aquila, il capoluogo abruzzese devastato dal terremoto del 6 aprile 2009. Scrivere quell’articolo era stato per me come compiere un atto di amore per la mia città e per la professione che ho scelto di svolgere tantissimi anni fa.
Sono passati 12 anni da quel giorno scioccante. Il processo è andato avanti. Io sono stata assistita dal mio editore. In primo grado sono stata condannata risarcire il danno non patrimoniale per una cifra davvero preoccupante che non ho pagato perché, assieme alla società editrice e al direttore, ho fatto subito ricorso in appello e attualmente il giudizio è pendente.
Nel frattempo la mia situazione è peggiorata per varie ragioni. La società editrice del mio giornale ha deciso di chiudere la redazione abruzzese del quotidiano, quella in cui lavoravo. Ha licenziato me e tutti i miei colleghi. Poi, l’anno scorso, la società editrice è stata dichiarata fallita. Io credevo di avere ancora le spalle coperte. Mi sbagliavo.
L’ho scoperto a marzo di quest’anno, quando ho ricevuto un atto di precetto, ovvero un’intimazione a pagare la pena stabilita dalla sentenza del Tribunale. Mi sono preoccupata e, come al solito, ho chiamato subito l’amministratore, come ho fatto sempre per discutere le varie fasi del processo. L’amministratore mi ha detto che la società editrice, essendo fallita, non era più in grado di onorare la manleva. Eppure al momento del mio licenziamento aveva assicurato che avrebbe continuato a fornirla sia a me che ai miei colleghi giornalisti. L’amministratore ha fato chiaramente intendere che l’editore non è più interessato a coltivare il giudizio. Insomma da quel momento dovevo cavarmela da sola. E’ stato un altro choc. Ho provato una grande solitudine. Che cosa fare? Ho cominciato a chiedere aiuto ad amici e conoscenti.
Conoscevo Ossigeno per l’Informazione perché avevo incontrato Alberto Spampinato durante un corso di formazione all’Aquila. Mi è sembrato naturale rivolgermi a questo Osservatorio e al suo ufficio di assistenza legale. Li considero un baluardo a difesa della libertà di noi giornalisti a svolgere il nostro mestiere. Ho chiesto aiuto e mi hanno dato ascolto. Ringrazio perciò Alberto Spampinato, l’avvocato Andrea Di Pietro e tutti gli altri attivisti di Ossigeno per il supporto prezioso che mi stanno dando. E anche perché mi hanno fatto sentire meno sola. Sentirsi soli in circostanze come questa, può essere devastante.
Angela Baglioni
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