Avv. Di Pietro, 80 giornalisti assistiti dallo Sportello Legale Ossigeno
95% di cause vinte in 9 anni nel bilancio presentato al convegno Le notizie in tribunale, il 6 dicembre 2023
OSSIGENO 7 Dicembre 2023 – “Dal 2015 a oggi, in nove anni, con il servizio gratuito e professionale offerto dallo Sportello Legale di Ossigeno, abbiamo assistito 80 giornalisti querelati pretestuosamente, aggrediti, minacciati”. L’avvocato Andrea Di Pietro, coordinatore dello Sportello, ha fatto questo bilancio al convegno “Le notizie in tribunale”, promosso da Ossigeno per l’Informazione a Roma, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Lazio il 6 dicembre, a Roma, alla Casa del Jazz.
“L’assistenza legale fornita da Ossigeno poggia sul finanziamento della ong inglese Media Defence. Il finanziamento viene quindi interamente dall’estero e questo è paradossale”, ha sottolineato.
Creato nel 2015, lo Sportello legale ha preso le prime mosse dalla chiusura del quotidiano L’Unità, in seguito alla quale molti giornalisti, compresi il compianto Enrico Fierro e l’allora direttrice Concita De Gregorio, si ritrovarono orfani del loro editore, costretti ad affrontare processi penali e civili senza più la manleva dell’editore. “Da allora Ossigeno ha cominciato ad assistere vari giornalisti, non solo per diffamazione, ma anche quando vittime di reati di altra natura”, ha ricordato Di Pietro.
Sono tre le tipologie di assistenza offerte da Ossigeno in collaborazione con Media Defence: quella giudiziale, con manleva dello Sportello legale che si fa carico delle spese: ad oggi, ha detto Andrea Di Pietro, nel 95% dei casi i procedimenti si sono conclusi con vittorie; poi vi è l’assistenza alle vittime di reati che porta alla costituzione di parte civile con ristoro dopo la causa; infine lo Sportello assiste quei giornalisti già seguiti da un avvocato di fiducia ai quali viene concesso un bonus in denaro. Scopri di più sul servizio
Sul problema delle querele, Di Pietro ha detto: “In Italia non abbiamo filtri come in altri paesi europei per le querele infondate, e per i magistrati c’è l’obbligatorietà dell’azione penale di fronte a una denuncia. Poi un primo filtro lo esercitano i pm che optano per l’archiviazione nel 70% dei casi. Invece le cause civili per risarcimento danni vanno avanti comunque. Questo fa capire che per un giornalista è quasi meglio essere querelato e processato sul piano penale che ricevere una richiesta di risarcimento di cui rispondere al tribunale civile. In questo caso, indipendentemente dalla fondatezza delle accuse, il giornalista si deve rivolgere a un legale perché la causa civile deve arrivare sempre a processo e sentenza. In ambito europeo la direttiva anti SLAPPs, con l’azione di early dismissal, dovrebbe consentire di far stroncare sul nascere dal giudice la causa e insieme di far condannare l’attore di causa temeraria a risarcire il danno e le spese legali al giornalista”. Su questa proposta si attendono sviluppi.
LT
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