Respinta causa Autostrade al Fatto. Il giudice: paghi spese legali al giornale
Vincenzo Iurillo aveva pubblicato una perizia giudiziaria sull’incidente del pullman sull’A16 – Accuse palesemente infondate. Cinque anni di causa
OSSIGENO 10 marzo 2023 – Vincenzo Iurillo, un cronista del Fatto Quotidiano, nel 2018 ha riferito in un articolo le risultanze di una perizia disposta dal tribunale sulle cause di un grave incidente stradale avvenuto nel 2013 in Irpinia sull’autostrada A16, in cui morirono 40 persone. La società Aspi (Autostrade per l’Italia) ha citato in giudizio per danni il giornalista, il direttore del giornale e l’editore. Il 10 febbraio 2023, dopo quasi cinque anni, il giudice della XVIII Sezione Civile del Tribunale di Roma ha respinto l’istanza e ha condannato la società a rifondere le spese di lite.
L’AVVOCATA CATERINA MALAVENDA che, insieme all’avv. Valentino Sirianni, ha difeso Vincenzo Iurillo e il giornale, ha dichiarato che di fronte alla “palese infondatezza” delle accuse e alla richiesta di danni, oltre a imporre il pagamento delle spese processuali, queste condotte devono “essere sanzionate economicamente, così da ristorare chi è stato ingiustamente chiamato in causa e dissuadere chi lo ha fatto dal reiterare iniziative avventate”. Leggi il commento integrale dell’avv. Malavenda
PER ASPI titolo, sommario e articolo erano diffamatori perché “fornivano al lettore, sulla base delle sole risultanze di una sola perizia, la falsa impressione che sia già stata accertata la responsabilità penale di Aspi per gli eventi di Avellino”, e anche (per via della parola “altri”) per i morti del Ponte Morandi di Genova.
VINCENZO IURILLO, di cui Ossigeno si è già occupato (leggi), ha commentato: “Il giudice Marco Giuliano Agozzino ha dato ragione a noi, perché il nostro lavoro non ha violato nessun principio deontologico, è stato solo diritto di cronaca”.
IL CONTESTO – Il 5 settembre 2018 ‘Il Fatto Quotidiano’ pubblicava in prima pagina un articolo di Vincenzo Iurillo, “La strage del guard rail: così Autostrade ne uccise altri 40”, riportato integralmente in quelle interne. Riguardava una perizia disposta dal Tribunale di Avellino nell’ambito del processo per l’incidente che il 28 luglio 2013 vide coinvolto un pullman turistico. Mentre transitava sul viadotto di Acqualonga, in Irpinia, al mezzo si ruppero i freni e finì addosso al guard-rail, che non resse l’impatto. Il bus volò giù dalla scarpata, e morirono 40 passeggeri.
Nel processo che seguì, fra gli imputati figuravano anche i vertici e alcuni dirigenti di Aspi, accusati di omicidio colposo. Secondo la perizia depositata agli atti, la strage si sarebbe potuta “derubricare in grave incidente stradale, se solo le barriere fossero state tenute in perfetto stato di conservazione”. Della manutenzione era responsabile Aspi, che deteneva la concessione per quella tratta autostradale, la A16.
Subito dopo la pubblicazione dell’articolo, l’azienda annunciò l’azione giudiziaria in sede civile contro ‘Il Fatto Quotidiano’, Vincenzo Iurillo e il direttore Marco Travaglio. “Il titolo e il sommario del quotidiano pubblicati in prima pagina e la loro lettura congiunta sono diffamatori nei confronti della società – affermava -, in quanto interpretano in modo parziale, capzioso e fuorviante il contenuto della perizia depositata ieri presso il Tribunale di Avellino sulla dinamica del tragico incidente del bus precipitato il 28 luglio 2013 mentre percorreva l’A16 e attribuiscono alla società una colpa ancora tutta da accertare”. Secondo Aspi quel titolo e quel sommario avrebbero inoltre accostato la tragedia dell’Irpinia ad un’altra tragedia recente, quella del crollo del Ponte Morandi a Genova, avvenuta 3 settimane prima, in cui persero la vita 43 persone.
LA SENTENZA – Il giudice Marco Giuliano Agozzino ha respinto la richiesta di risarcimento danni per diffamazione e ha imposto ad Aspi di rifondere circa 5.300 euro di spese di lite a Vincenzo Iurillo, Marco Travaglio e alla società editrice. “Il dato fattuale della precisa corrispondenza tra quanto riportato nella pubblicazione e il contenuto della perizia emerge con evidenza dalla lettura comparata dei due scritti”, recita la sentenza, che definisce “mera supposizione” il collegamento fra quanto accaduto ad Avellino e il crollo del ponte a Genova. “Preme invero evidenziare come…il contenuto della perizia sia stato più volte riportato tra virgolette, circostanza che esclude di per sé ogni eventuale profilo lesivo della sfera reputazionale di parte attrice”, ha concluso il giudice, che ha riconosciuto la verità formale, l’interesse pubblico e la continenza verbale del giornalista. La sentenza ha invece escluso l’abuso di processo, come era stato richiesto dagli avvocati della difesa Caterina Malavenda e Valentino Sirianni.
NEL LAZIO da gennaio a febbraio 2023 Ossigeno ha segnalato 4 giornalisti minacciati e 1.023 in totale dal 2012. Il contatore di Ossigeno segna 6598 giornalisti minacciati in Italia dal 2006 ad oggi. I loro nomi sono nella Tabella dei minacciati consultabile online. LT
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!