Fondi (LT). Assalto Fb a cronista per notizia fornita dai CC
Barbara Savodini spiega perché non ho denunciato il fatto. Giovanni Del Giaccio aggiunge: spesso noi cronisti lasciamo correre per un senso di sfiducia
Il 25 luglio 2020 la giornalista Barbara Savodini, corrispondente de Il Messaggero, e don Maurizio Di Rienzo, che si occupa della comunicazione dell’Arcidiocesi di Gaeta, sono stati insultati su Facebook dai parenti di un ragazzo, che nei giorni precedenti era stato coinvolto in un incidente stradale a Fondi (LT) ed era risultato positivo al drug test. La giornalista in un primo tempo ha pensato di denunciare le persone che l’hanno offesa. Poi vi ha rinunciato, sia perché lo stesso ragazzo le ha chiesto scusa, sia per scarsa fiducia nell’esito di queste querele.
LA VICENDA – L’esito del test antidroga era stato fornito da un comunicato delle forze dell’ordine in cui, senza fornire le generalità, si dice che un “23enne di Terracina si poneva alla guida della propria autovettura sotto l’effetto di sostanze stupefacenti”. La giornalista aveva ripreso questi particolari nel suo articolo, pubblicato il 24 luglio 2020e ricondiviso dalla stessa giornalista sulla sua pagina Facebook.
I parenti del giovane hanno reagito rivolgendo alla cronista insulti ed espressioni offensive: da “giornalista terrorista”, a “ridicola”, fino al “dovete morire di fame così vi imparate come si sta sulla terra”.
Don Maurizio Di Rienzo ha tentato di difenderla collega, pubblicando il comunicato dei carabinieri e sottolineando la correttezza del lavoro svolto da Barbara Savodini. I familiari del ragazzo hanno attaccato anche lui, chiedendo “cloro al clero”.
LA GIORNALISTA – “Alla fine il ragazzo mi ha contattato e mi ha chiesto scusa. Ha fatto eliminare i commenti offensivi pubblicati su Fb dai suoi parenti. Mi ha chiesto una specifica nella quale sottolineavo che, con il suo legale di fiducia, proverà a dimostrare di aver assunto droghe nei giorni precedenti all’incidente e non prima di mettersi al volante. Pertanto ho deciso di non denunciare. Non mi andava di trascinarla anche perché ho già troppe querele. In una situazione di precariato ci pensi due volte a farti carico di un altro precedimento”, ha detto Savodini a Ossigeno.
GIOVANNI DEL GIACCIO – “Le mancate denunce degli insulti da parte di noi giornalisti – ha commentato Giovanni Del Giaccio, coordinatore macroarea Libertà d’Informare di Stampa Romana – sono una conseguenza della lungaggine dei procedimenti giudiziari e dei costi da affrontare. La maggior parte dei procedimenti ci dà ragione e la maggior parte delle querele sono temerarie ma creano un effetto ‘raggelante’ su noi cronisti. Non denunciamo perché sappiamo di ‘perdere’ tempo per tribunali, pur avendo ragione. Per questo, al di là di denunce e scuse, come per le aggressioni fisiche, chiediamo ai vertici delle forze dell’ordine di prestare la massima attenzione anche al clima di odio e intolleranza nei confronti dei giornalisti che si respira sui social network, a Sperlonga, in provincia di Latina e anche nel resto del Lazio”.
RDM
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