Arzano. Minacce ai giornalisti Mimmo Rubio e Giuseppe Bianco e a Commissaria Prefettizia
OSSIGENO – 6 marzo 2021 – Non sono le prime. Sono arrivate a fine febbraio con una lettera anonima siglata con il nome del clan 167, inviata al Comune sciolto per infiltrazioni criminali per la terza volta
Ci sarebbero anche i nomi dei giornalisti Mimmo Rubio e Giuseppe Bianco nella lettera intimidatoria inviata negli ultimi giorni di febbraio 2021 al Comune di Arzano, Napoli, e contenente minacce di morte per il Commissario Prefettizio, Gabriella D’Orso, che guida il Comune dopo il terzo scioglimento del Consiglio per infiltrazioni criminali.
Secondo quanto si apprende da alcuni quotidiani, la lettera è rivolta anche alla segretaria comunale, Rosalba Ambrosino, al comandante della polizia municipale, Biagio Chiariello, è stata trovata tra la corrispondenza ricevuta dal Comune, ed è firmata “167”, nome del clan egemone ad Arzano, nato nel quartiere delle palazzine di edilizia popolare edificate con i contributi della legge n. 167. Gli anonimi autori si rivolgono a “tutta la stampa”.
I giornalisti Mimmo Rubio e Giuseppe Bianco hanno confermato a Ossigeno di aver appreso che nel testo si fa esplicito riferimento a loro, ma precisano di non aver ancora letto la lettera.
Mimmo Rubio gestore della pagina Facebook “Arzano news” e Giuseppe Bianco, collaboratore del quotidiano il Roma, sono da diversi anni oggetto di minacce e intimidazioni per le inchieste che hanno condotto sulla città di Arzano, la città nella quale vivono, sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto politico e sociale del territorio e negli affari edilizi.
Proprio per le ripetute e sempre più gravi intimidazioni, a ottobre 2020 è stata assegnata una scorta a Mimmo Rubio. (leggi) La minaccia più vicina nel tempo risaliva a tre giorni prima, il 19 ottobre, quando un gruppo di persone, tra i quali dei pregiudicati, si era raccolto nella piazza di Arzano per protestare contro il mini lockdown disposto per la città a causa dell’emergenza Covid. Erano in motocicletta, indossavano il casco integrale che copre il viso. Avevano inveito contro Mimmo Rubio che abita accanto al Municipio con cori da stadio: “Vigliacco”, “Non vuoi bene al tuo paese”, con chiaro riferimento alle cronache del giornalista a loro sgradite. (leggi) “Mi associano ai problemi della città – aveva commentato Rubio – Ritengono che io e il mio collega giornalista Giuseppe Bianco, con i nostri articoli, abbiamo indotto la Commissione Parlamentare Antimafia a indagare sulle infiltrazioni nell’amministrazione comunale, innescando le procedure per cui poi è stato sciolto il Consiglio Comunale”.
Per Giuseppe Bianco, invece, non è stata disposta nessuna misura di protezione, nonostante le varie interrogazioni parlamentari e le richieste avanzate dalle associazioni di categoria a tutela dell’incolumità di entrambi i cronisti. Dopo la lettera di minacce inviata al Commissario prefettizio e ai due dirigenti comunali è stato lo stesso Bianco a scrivere al prefetto di Napoli e al Comandante provinciale dei carabinieri. Il giornalista si dice preoccupato per la sua sicurezza e ritiene “grave” la mancata comunicazione formale della minaccia nei suoi confronti e nei confronti del suo collega Rubio da parte degli organi competenti.
Tra le minacce che hanno coinvolto Bianco, c’è una lettera anonima contenente minacce di morte e inviata a lui, a Mimmo Rubio e ai Carabinieri della stazione locale a settembre del 2019 (leggi); poi, forse la più grave, a settembre 2018, quando – sotto la propria abitazione – fu affiancato da un uomo in moto, con volto coperto dal casco integrale, che lo minacciò con una pistola e gli intimò di “stare zitto”. (leggi) RDM
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