Memoria

Su Andrea Rocchelli governo ucraino ha mentito, dicono i genitori

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Condannano l’invasione russa e sollecitano le autorità di Kiev a fare giustizia per il fotoreporter ucciso nel Donbass il 24 maggio 2014 

OSSIGENO 8 APRILE 2022 – Il 7 marzo 2022 i genitori di Andrea Rocchelli, il giornalista e fotoreporter italiano ucciso in Dombass (Ucraina) il 24 maggio 2014 (leggi la sua storia su Ossigeno-Cercavano la verità) hanno rilasciato all’Adnkronos una dichiarazione in cui commentano la guerra in corso in Ucraina collegandola agli avvenimenti di 8 anni fa. Sottolineano le analogie e ricordano che il processo penale che si è svolto in Italia, sebbene non abbia per accertare le responsabilità individuali, ha accertato che Andrea, Andrej Mironov e William Roguelon (ferito nello stesso agguato) sono vittime inermi di un attacco deliberato delle forze armate ucraine.

Di seguito la dichiarazione testuale dei genitori di Andrea Rocchelli.

Le immagini di questi giorni ci richiamano alla mente le immagini di 8 anni fa, oggi come allora le prime vittime della guerra sono i civili, che soffrono lutti, privazioni, traumi, fuga. Andrea aveva scelto proprio questo punto di vista, la quotidianità dei civili, per raccontare l’Ucraina del 2014.

Scattò nel febbraio immagini parlanti della cosiddetta ‘rivoluzione della dignità’ di Maidan, vivendo giorno dopo giorno quella protesta pacifica con i cittadini di Kiev scesi in piazza, e tornò nel Donbass nel maggio a documentare la quotidianità stravolta degli abitanti di Sloviansk, colpevoli solo di voler vivere in pace mentre intorno a loro si scatenava una spietata guerra fratricida.

Per quanto riguarda il governo di Putin ci associamo convintamente alla condanna dell’invasione in corso e siamo solidali con la popolazione che la subisce. Quanto all’attuale governo ucraino per ciò che attiene all’uccisione di Andrea, va detto che esso ha proseguito nella linea scelta del precedente, negando la dinamica dei fatti ricostruita dalla magistratura italiana, mentendo e soprattutto costruendo false verità.

Contiamo molto che l’amicizia italo-ucraina, dichiarata a parole e confermata anche nei fatti, induca l’Italia a pretendere che l’Ucraina assuma le sue responsabilità e si faccia giustizia su questo caso.

Ci illudiamo che nessuno muoia mai invano: i responsabili di questa aggressione brutale non ne godranno il frutto, in guerra tutti sono sconfitti.

Quanto all’uccisione di Andrea, di Andrej Mironov e al ferimento di William Roguelon, vittime inermi di un attacco deliberato delle forze armate ucraine, così come sancito in tre gradi di giudizio dalla magistratura italiana, noi siamo determinati a impedire che le responsabilità ucraine restino impunite.

Se non vogliamo che altri giornalisti e fotografi intenti a fare onestamente e coraggiosamente il loro mestiere entrino nel mirino di chi li considera testimoni scomodi dobbiamo creare una deterrenza saldissima contro questo crimine.

Andrea seguiva iniziative di pace in diversi contesti, in Ucraina collaborava con la ong Soleterre e, per raccogliere fondi, aveva realizzato reportage e video con i bambini malati oncologici della casa-famiglia gestita da Soleterre a Kiev.

Il nostro impegno è duplice: da un lato, cercare ogni possibile strada giudiziaria e politica per ottenere giustizia nei confronti dei responsabili del duplice assassinio, dall’altro valorizzare e diffondere, come in parte abbiamo cercato di fare sinora, con mostre e libri lo straordinario archivio fotografico che Andrea ci ha lasciato”. GB

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