Aggressore di Nello Trocchia condannato per lesioni e interruzione di pubblico servizio
L’uomo picchiò il giornalista nel 2017 mentre realizzava per Raiuno un servizio giornalistico sulla mafia locale a Vieste (Foggia)
OSSIGENO 2 aprile 2025 – La giudice Maria Giovanna Gallipoli del Tribunale di Foggia, a fine marzo 2025 ha emesso una sentenza importante che creare un precedente importante nei procedimenti giudiziari che vedono i giornalisti colpiti da aggressioni o di altri reati commessi per ostacolare il loro lavoro.
Il Tribunale ha condannato per lesioni e violenza privata Filippo Trotta, l’uomo che nel 2017 a Vieste (Foggia) aggredì il giornalista Nello Trocchia mentre realizzava un servizio giornalistico sulla mafia locale per la trasmissione ‘Nemo’ di Raiuno. La sentenza lo ha condannato anche per il reato di “interruzione di pubblico servizio”, sottolineando così un effetto di danno pubblico provocato dall’aggressione e, allo stesso tempo, il valore della professione giornalistica per l’interesse collettivo (leggi).
Nello Trocchia sarà inoltre risarcito per i danni subiti nell’aggressione, così come il Sindacato unitario giornalisti della Campania (Sugc), che si era costituito parte civile.
I COMMENTI – Per Ossigeno, contestare agli aggressori dei giornalisti impegnati nella cronaca dei fatti il reato di interruzione di pubblico servizio è un precedente importante, perché così si riconosce una circostanza aggravante specifica e il fatto che queste aggressioni danneggiano non soltanto il giornalista aggredito ma l’interesse pubblico. Ossigeno, il sindacato e l’Ordine dei giornalisti, chiedono da tempo al legislatore di introdurre un’aggravante specifica di questo tipo per chi attacca un operatore dell’informazione. Nell’attesa, le sentenze che fanno giurisprudenza cominciano a colmare questo vuoto legislativo
La segretaria della Fnsi, Alessandra Costante, quella del Sugc, Geppina Landolfo, e il commissario dell’Unione nazionale cronisti, Claudio Silvestri, dopo la sentenza di Foggia hanno commentato: “Si tratta di una decisione che sancisce un principio fondamentale: la professione giornalistica è un servizio pubblico. È la direzione che chiediamo al legislatore di seguire, affinché venga introdotta un’aggravante specifica per chi aggredisce un giornalista, così come già previsto per i medici e il personale sanitario”.
A rappresentare Nello Trocchia e le parti civili è stato l’avvocato Giancarlo Visone. Il legale del Sugc ha sostenuto questa impostazione giuridica fin dall’inizio e l’ha vista ratificare con successo dalla decisione della giudice Maria Giovanna Gallipoli. LT
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