Aggressione Verano. Ossigeno parte civile nel processo per calunnia a Vincenzo Nardulli
L’esponente di Avanguardia Nazionale già condannato per i fatti del 7 gennaio 2019 deve rispondere delle false accuse di reato che ha rivolto con due querele ai cronisti Marconi e Marchetti e a Marco Damilano e Govanni Tizian del settimanale l’Espresso
OSSIGENO 29 dicembre 20120 – Ossigeno per l’Informazione si costituirà parte civile a fianco del giornalista Federico Marconi e del fotoreporter Paolo Marchetti, parti offese nel processo penale contro Vincenzo Nardulli, l’esponente di Avanguardia Nazionale, imputato di calunnia nei confronti dei due cronisti. Il processo si aprirà il 24 febbraio 2021, con l’udienza preliminare in camera di consiglio, davanti al Tribunale di Roma.
Ossigeno si costituisce parte civile ritenendo che l’imputato abbia danneggiato la libertà di cronaca e l’esercizio del diritto di espressione che l’Associazione tutela e difende per compito statutario. Lo ha fatto accusando falsamente di calunnia e diffamazione i cronisti, chiedendo temerariamente e in modo intimidatorio alla giustizia di sanzionare quali reati alcuni loro comportamenti a lui sgraditi ma pienamente legittimi e deontologicamente, come accertato in un altro procedimento.
Per le stesse considerazioni, l’Ufficio di Assistenza Legale Gratuita di Ossigeno, considera di interesse strategico per la difesa della libertà di stampa che il giornalista Federico Marconi e il fotografo Paolo Marchetti, che figurano come parte offesa, possano difendere legalmente i loro interessi in questo processo per ottenere un ristoro. Pertanto Ossigeno, in collaborazione con Media Legal Defence Initiative (MLDI), si farà carico della loro costituzione di parte civile e ha incaricato l’avvocato Andrea di Pietro di rappresentarli in giudizio.
Questo processo è una coda di quello celebrato nel 2019 per l’aggressione subita dai due cronisti, il 7 gennaio 2019 a Roma, al Cimitero Monumentale del Verano. Quel giorno Federico Marconi e Paolo Marchetti avevano raggiunto il luogo della manifestazione per incarico del settimanale l’Espresso e avevano, documentato con fotografie e riprese video lo svolgimento della manifestazione indetta in un luogo pubblico da alcune organizzazioni di estrema destra allo scopo di commemorare i morti di Acca Larenzia. I due cronisti furono aggrediti, minacciati e derubati dei dispostivi di memoria in cui avevano registrato fotografie e video. Per quei fatti (che Vincenzo Nardulli ha ricostruito falsamente nelle sue querele, in cui giustifica comportamenti sanzionabile suoi e di altri partecipanti alla manifestazione) il 7 giugno 2019 il Tribunale di Roma, presieduto da Giuseppe Mezzofiore, ha condannato Vincenzo Nardulli e il leader di Forza Nuova, Giuliano Castellino, a cinque anni e mezzo di reclusione ciascuno, riconoscendoli colpevoli di rapina ai danni del giornalista Federico Marconi e del fotografo Paolo Marchetti.
Le due querele – Il 21 febbraio 2021 Vincenzo Nardulli deve rispondere del reato di calunnia, commesso il 13 e il 21 gennaio 2019 presentando due querele contro i giornalisti Federico Marconi e Giovanni Tizian, il fotografo Paolo Marchetti e il direttore dell’Espresso Marco Damilano per gli articoli pubblicati sul settimanale in merito ai fatti del 7 gennaio al Verano. In questa querela Nardulli accusa i cronisti di diffamazione e calunnia, affermando che hanno diffuso notizie su “un’aggressine mai avvenuta”, contrariamente a quanto è stato poi accertato nel processo a suo carico conclusosi il 7 giugno 2019 con la sua condanna a 5 anni e 6 mesi di reclusione.
ASP
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