A Paolo Berizzi il Premio Parise per il reportage
Per la sezione giornalisti sottoposti a intimidazioni e minacce. La cerimonia a Treviso. Le motivazioni. Gli altri premiati
Il 28 settembre 2019 al Teatro Comunale di Treviso la Giuria del “Premio Goffredo Parise per il Reportage” ha premiato i vincitori della terza edizione annuale: i giornalisti Lisa Iotti di Presa Diretta, Antonio Armani di Millenium-Il Fatto Quotidiano, Antonio Castaldo del Corriere della Sera e Paolo Berizzi de La Repubblica.
Il Premio in memoria del grande scrittore, che fu autore di grandi reportage giornalistici è promosso dal Comune di Salgareda e presieduto dal sindaco Andrea Favareto. E’ stato ideato ed è diretto da Antonio Barzaghi e Maria Rosaria Nevola. Presidente onorario del Premio è la pittrice romana Giosetta Fioroni, che fu compagna di Parise dal 1964 fino alla morte dello scrittore avvenuta nel 1986. La Giuria è formata da Corrado Augias, Toni Capuozzo, Franco Iseppi e Lorenzo Viganò
Paolo Berizzi ha ricevuto il premio per la sezione speciale istituita nel 2019 in collaborazione con Ossigeno per l’Informazione, riservata ai giornalisti sottoposti a intimidazioni e minacce a causa del loro lavoro, con la seguente motivazione:
“Giornalista d’inchiesta, autore di cronache e libri che descrivono professionalmente l’evoluzione di importanti fenomeni politici e sociali, negli ultimi anni Paolo Berizzi ha condotto inchieste originali con le quali ha documentato con ricchezza di dettagli e capacità analitiche ciò che avviene nell’universo oscuro delle organizzazioni neofasciste, parafasciste e neonaziste attive in Italia. Il suo lavoro ha consentito all’opinione pubblica e agli stessi inquirenti di apprendere come numerose organizzazioni nostalgiche e incostituzionali hanno potuto proliferare nel nostro paese avvalendosi della disattenzione generale, di una diffusa compiacenza che riduce a puro folclore la propaganda dell’intolleranza, della violenza, del razzismo e della tendenza a minimizzare l’apologia del fascismo e le attività anti democratiche vietate dalla Costituzione. Con il suo lavoro giornalistico, svolto con coraggio e coerenza, ha acceso la luce su questo fenomeno e perciò è stato fatto oggetto – insieme ai suoi familiari – di ripetute intimidazioni e gravi minacce a fronte delle quali gli organi pubblici preposti gli hanno assegnato una scorta armata permanente.”
LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA PER GLI ALTRI PREMIATI
Sezione A – Reportage televisivi – LISA IOTTI, nata a Reggio Emilia, giornalista professionista, ha iniziato collaborando con il Resto del Carlino e la televisione locale Telereggio, per approdare poi a Roma dove ha prima lavorato a una serie di docufiction per Rai Tre e per la piattaforma Sky, poi è diventata inviata del programma giornalistico Exit su la7 e infine, dal 2009, è entrata a far parte della squadra degli inviati di PresaDiretta. Premiata per il servizio dal titolo “Iperconnessi” andato in onda con PresaDiretta su Rai Tre il 15 ottobre 2018.
MOTIVAZIONE – Per l’alto valore sociale dell’inchiesta che si concentra sugli effetti che l’invadente e ossessivo utilizzo della connessione provoca sul cervello degli utenti, sui loro comportamenti individuali e sociali e sulle conseguenze negative riguardanti la nostra stessa capacità di ragionare, di comprendere, di concentrarsi e memorizzare. Attraverso testimonianze degli utenti, di prove “su strada”, di interviste a neuroscienziati l’autrice segnala le trasformazioni antropologiche che stiamo subendo, causate da questa iperconnessione-iperdistrazione e rivela come i social manovrano per fini economici e commerciali le nostre scelte, i nostri bisogni, le nostre idee.
Sezione B – Reportage su quotidiani e periodici – Antonio Armano e Antonio Castaldoa pari merito. Il primo nel novembre 2018 ha firmato “I barconi dell’asfalto: dall’Ucraina a Brescia sul bus delle badanti”, pubblicato su Millennium de Il Fatto Quotidiano. Il secondo è l’autore di “Sulle tracce di Olmi nel bosco di Buzzati”, servizio pubblicato il 22 novembre 2018 sulle pagine del magazine del Corriere della Sera 7.
ANTONIO ARMANO – Ha iniziato a scrivere viaggiando in Est Europa e studiandole lingue slave. Ha collaborato con Il Sole 24 Ore e la Repubblica, ed è stato redattore di Saturno, supplemento culturale de Il Fatto Quotidiano e di Pem, magazine online della Treccani. Oggi collabora con Il Fatto e con Touring Magazine. È stato finalista al premio Viareggio nel 2014 con “Maledizioni” (Bur), inchiesta sulla censura letteraria.
MOTIVAZIONE -Per l’alto valore testimoniale di un fenomeno migratorio di cui si parla molto poco che coinvolge figure femminili, veri e proprio fantasmi, costrette a valicare in asfittiche tradotte-auto confini tra l’Europa benestante e l’Europa marginale e povera e a subire i maltrattamenti delle guardie nelle lunghe file alle dogane. Per essere riuscito con occhio lucido e penetrante a documentare la fatica, la solitudine, l’abisso esistenziale di vite precarie che resistono a un vero e proprio calvario solo grazie alla loro forza di volontà.
ANTONIO CASTALDO – Ha iniziato a scrivere all’età di diciassette anni. Dal 2006 lavora per il Corriere della Sera, dopo essere stato redattore del Corriere del Mezzogiorno e aver successivamente collaborato con Panorama, Il Sole 24 Ore, il Diario e Il Nuovo. Nel 2009 ha pubblicato “Un paese di baroni” (Chiarelettere), libro scritto con Davide Carlucci.
MOTIVAZIONE -Per aver, in un gioco sapiente di rimandi tra visivo e narrativo, interviste, citazioni letterarie e cinematografiche – complice lo spirito di Olmi – consentito al bosco distrutto dalla tempesta Vaia dell’autunno 2018 di prendere vita, di animarsi di presenze, di spiriti silvani e geni della foresta. Per aver suggerito che di fronte alle difficoltà del mondo la fiaba diventa un modo straordinario per leggere la modernità.
ASP
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!