Libertà di stampa

Svezia. La minacciava e le ha chiesto perdono. Alexandra lo abbraccia

Martin ha lasciato i neonazisti e si è pentito. La giornalista svedese ha spiegato: “ora ci accomuna il fatto che anche lui riceve minacce dai nazisti”

Alexandra Pascalidou, giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva svedese è protagonista di una drammatica storia, iniziata tredici anni e conclusasi a novembre 2017 con un lieto fine commovente, quando Martin Karlosson, l’uomo che da 13 anni la minacciava, l’ha informata, con una email, di avere abbandonato il movimento neonazista e le ha chiesto perdono. Lei, di slancio, gli ha telefonato ed è andato ad abbracciarlo.

Martin le aveva  mandato poche righe. “Ti scrivo perché vorrei chiedere il tuo perdono per tutto l’odio che ho rivolto a te come ad altri per molti anni. Il fatto è che ero un membro del movimento di resistenza nordico (uno tra i gruppi neonazisti più violenti in Svezia attivo dal 1997, ndr) da cui mi sono allontanato all’inizio del 2016. L’ho fatto perché non condivido più le loro idee e valori. Oggi sono molto felice di essere fuori da tutto quell’odio ma allo stesso tempo convivo con un profondo senso di colpa per tutto ciò che ho detto e fatto durante quegli anni come membro del movimento antisemita.”, così Martin decise di scrivere ad uno dei suoi bersagli principali.

Alexandra ha reagito d’impulso. “Decisi di telefonargli immediatamente. Viviamo in tempi dominati dall’estremismo e costruire ponti è necessario, sopratutto nei confronti di coloro che iniziano un percorso verso un mondo di sfumature e comprensione. Costoro hanno bisogno di supporto e incoraggiamento. Tutti loro devono capire che saranno sempre i benvenuti.”

“Non ho paura delle persone ma dell’odio e di ciò che questo provoca nelle persone”, aveva detto Alexandra al suo migliore amico che le chiedeva di recarsi all’incontro con persone in grado di proteggerla.

Il gesto di Alexandra ha sorpreso Martin. “Ero senza parole. Non avrei mai creduto – le ha detto – che avresti risposto a quel messaggio. Non pensavo che le mie scuse avrebbero significato così tanto per te.” Le ha confessato perché lei era diventata uno dei suoi principali bersagli: “Tu combattevi apertamente per l’eguaglianza e ti schieravi contro i neonazisti e il razzismo”. “Commentavo il tuo operato su piattaforme di pubblico dibattito come Facebook e Twitter usando diversi pseudonimi.”

Le minacce che lui le rivolgeva erano del tipo “Muori, maledetta schiava sionista”, “Ti prenderemo quando meno te l’aspetti”, “Evita di farti nemici giurati”, “Ti farò visita questa sera con la mia ascia”.

Alla domanda della giornalista “Qual era il tuo obiettivo nel rivolgermi questi insulti?”, la risposta di Martin è stata chiara e limpida: “Il silenzio. Volevo che tu ti spaventassi, che sparissi e smettessi di scrivere. Ma tu non lo hai fatto”.

Alexandra gli ha poi confessato di ammirarlo per aver trovato il coraggio di cambiare e la forza di parlare, di scriverle via email e di chiederle perdono.

L’ex neonazista ha risposto sullo stesso tono: “Ciò che mi colpisce di più in realtà è che tu mi stia dando questa possibilità, una cosa ancora più difficile. Ci vuole molto più coraggio a perdonare piuttosto che a chiedere perdono”. “Perdonare significa in realtà rendere liberi se stessi” è la conclusione che la giornalista dà a questa storia.

IF

Leggi la versione integrale su Deutsche Welle: “Sweden: Alexandra Pascalidou meets her neo-Nazi tormentor

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.