Memoria

32 anni fa in Sicilia la mafia uccise mio nonno Beppe Alfano, scrive Giusy nella tesi di laurea

Ha 27 anni. Ha studiato gli atti processuali e insieme alla madre si batte per  fare piena luce sugli esecutori e i mandanti dell’assassinio eseguito a Barcellona Pozzo di Gotto (Me) – Leggi la storia su Ossigeno-Cercavano la verità

OSSIGENO 7 gennaio 2025 – Trentadue anni fa, l’8 gennaio 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, fu ucciso Beppe Alfano, insegnante e giornalista impegnato a denunciare scandali amministrativi e collusioni mafiose nel territorio in cui lavorava e viveva con la sua famiglia. Si trovava nella sua auto, nei pressi della sua abitazione, quando fu colpito da tre colpi di pistola esplosi da un revolver calibro 22 da sicari che subito dopo fuggirono facendo perdere le loro tracce. Per l’omicidio nel 2006 sono stati condannati Antonino Merlino quale l’esecutore materiale e come mandante Giuseppe Gullotti, rappresentante di Cosa nostra a Barcellona Pozzo di Gotto. Ma ancora oggi non si conosce tutta la verità sugli esecutori materiali e occulti, come ha affermato Sonia Alfano, la figlia del cronista, in diversi colloqui con Ossigeno.

La cronologia di “Ossigeno- Cercavano la verità” e il Pannello della memoria di Ossigeno mostrano trenta giornalisti italiani uccisi dal 1960 a oggi. Fra quelli elencati, Beppe Alfano è l’ultimo giornalista italiano ucciso dalla mafia.

CHI ERA – Beppe Alfano aveva 47 anni. Aveva ricevuto gravi minacce per le accuse che lanciava con i suoi articoli. Temeva per la sua vita. Lo aveva confidato alla figlia  Sonia. Viveva con lo stipendio di insegnante e coltivava la sua grande passione per il giornalismo scrivendo corrispondenze per  il quotidiano catanese “La Sicilia”. Prima di altri, scoprì che la criminalità organizzata barcellonese aveva assunto un ruolo importante negli equilibri e nelle strategie mafiose a livello nazionale. Tra le altre cose, aveva scoperto illeciti amministrativi e legami criminali del presidente dell’AIAS (la locale Associazione Italiana Assistenza Spastici). La matrice mafiosa dell’omicidio del docente e cronista non fu subito riconosciuta.

LA NIPOTE – A distanza di tre decenni, Giusy Benigno, 27 anni, figlia di Sonia Alfano, ha dedicato la sua tesi di laurea in diritto processuale penale proprio al “caso Alfano”, rileggendo atti giudiziari, sentenze, memorie difensive e verbali inerenti al procedimento penale sull’omicidio del nonno. Lei non era ancora nata e pertanto non ha conosciuto mio padre, ma – spiega Sonia Alfano – la sua storia è parte di lei, che adesso porta avanti insieme a me la battaglia per la verità.

Nell’elaborato discusso lo scorso luglio, Giusy Benigno, ripercorre il lungo iter processuale e spiega perché la richiesta di revisione del processo e di annullamento della condanna, fatta da Giuseppe Gullotti, è inammissibile, soffermandosi sulle lacune del disposto normativo che disciplina l’istanza di revisione processuale e che hanno permesso di chiedere, ma non di ottenere, la riapertura del procedimento. In esclusiva, su concessione dell’autrice, Ossigeno pubblica nella pagina dedicata a Beppe Alfano su giornalistiuccisi.it un estratto della tesi. LEGGI SU OSSIGENO-CERCAVANO LA VERITÀ

INIZIATIVE – Si parlerà anche di questo, l’8 gennaio 2025, a Barcellona Pozzo di Gotto, a partire dalle 10:30, nell’auditorium Parco Maggiore La Rosa, nell’ambito di una iniziativa promossa dal Comune rivolta alle scuole del territorio, durante la quale interverranno Giusy Benigno, Sonia Alfano, Marina Garofalo, sorella della testimone di giustizia Lea Garofalo, Gennaro Ciliberto, testimone di giustizia, il giornalista Paolo De Chiara, Giuseppe Verzera, procuratore della Repubblica. GPA

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