Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

Caltanissetta. Editore del Fatto Nisseno condannato per diffamazione di Attilio Bolzoni

Per insinuazioni sui rapporti fra il giornalista e l’ex leader di Confindustria. Dovrà pagare una multa e un risarcimento

OSSIGENO 23 novembre 2024 – Il 31 ottobre 2024 la giudice Giuseppina Chianetta del tribunale di Caltanissetta ha condannato Michele Spena, editore del notiziario di informazione “Il Fatto Nisseno”, per il reato di diffamazione nei confronti del giornalista Attilio Bolzoni, assistito dall’avvocato Raffaele Palermo. L’editore dovrà pagare una multa di 900 euro e risarcire al giornalista duemila euro di spese processuali più tremila di danni.

Il 20 maggio 2018, nel corso della trasmissione radiofonica “Tony Accesi”, con frasi pronunciate in diretta e durante i fuori onda diffusi via Facebook, l’editore aveva fatto intendere che il giornalista si era impegnato a cercare notizie negative sul conto dell’allora dirigente di Confindustria Antonello Montante perché Montante, a suo dire, aveva rifiutato di finanziargli la pubblicazione di un libro. Attilio Bolzoni ha negato la circostanza dichiarando queste accuse false e ha reagito querelando Michele Spena e costituendosi parte civile nel processo che ne è nato. Il tribunale di Caltanissetta gli ha dato ragione.

A febbraio del 2015 Attilio Bolzoni pubblicò lo scoop storico con il quale rivelò che l’imprenditore Montante era indagato per mafia. Pochi giorni fa Montante è stato condannato in Cassazione per il reato di corruzione e per accessi abusivi al sistema informatico eseguiti dal 2014 in poi.

Attilio Bolzoni si è costituito quale parte offesa e parte civile nel processo che si è svolto sul cosiddetto “Sistema Montante”. In quella sede i giudici hanno riconosciuto che egli, per i suoi articoli, è stato oggetto di spionaggio da parte dell’ex leader di Confindustria.

“Le accuse che mi sono state lanciate da Michele Spena sono paradossali. Il tribunale lo ha riconosciuto. La recente condanna di Antonello Montante in Cassazione per accesso abusivo al sistema informatico e corruzione, è la prova della mia correttezza – ha commentato Attilio Bolzoni per Ossigeno -. In quel processo io sono stato parte lesa e parte civile. Il mio nome non è mai comparso nelle carte processuali, contrariamente a quanto affermato da Michele Spena, perché io, a differenza di altri, non ho mai fatto parte di quel giro di personaggi, giornalisti ed editori che ruotava attorno a Montante”. LT

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