Palermo. Al Giardino della memoria una targa per i due studenti uccisi da un’auto di scorta
Biagio Siciliano e Giuditta Milella frequentavano il Liceo classico Meli – Erano alla fermata dell’autobus – Saranno ricordati il 25 novembre
OSSIGENO 15 novembre 2024 – Articolo di Piero Melati da Giornalismo Siciliano – (…) Biagio Siciliano e Giuditta Milella, due studenti dello storico liceo classico palermitano Meli, da quando sono caduti nel lontano 25 novembre del 1985, sono stati commemorati ogni anno, ad ogni anniversario, da una comunità di familiari e amici. Furono investiti “per caso” dalle auto blindate della scorta dei giudici del pool antimafia Paolo Borsellino e Leonardo Guarnotta, mentre dopo le lezioni aspettavano il bus per tornare a casa alla fermata della scuola. Un malauguratissimo incidente stradale, in apparenza. Ma non è vero, non è così.
(…) Dopo tanti decenni trascorsi, forse è arrivato il momento di allargare il concetto di “vittima”. Per fare un altro esempio, al pari del giudice Rocco Chinnici, personalmente considero “vittime di mafia” anche tutti i ragazzi che sono morti di eroina, a causa dell’apertura di decine di raffinerie di droga in una Sicilia militarmente governata dalla mafia.
Anche la storia di Biagio e Giuditta ci chiama a compiere un ulteriore sforzo in questo senso. Se furono vittime del clima creato dalla mafia oppure direttamente dei metodi conseguenti cui fu costretta la stessa lotta alla mafia, dobbiamo avere il coraggio di tenere aperta la domanda. Biagio e Giuditta non erano poliziotti, non erano magistrati, non erano né i soldati né i generali di una guerra. Erano due studenti, eppure di quella guerra sono morti. Quando una trincea ti chiama e ti costringe, quella trincea anche ti definisce. Siamo chiamati, nell’ambito del ricordo e della ricostruzione della nostra comune tragedia siciliana, ad allargare il campo nel quale l’umanità deve rielaborare la cruciale distinzione tra vittime e carnefici.
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