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Boss camorra a processo dopo querela per diffamazione del giornalista Giuseppe Tallino

In udienza ha ripetuto gli insulti che gli aveva rivolto nel 2018: sei uno pseudo-giornalista, un pennivendolo, vuoi ottenere la scorta

OSSIGENO 30 settembre 2024 – Nel 2018, durante una intervista rilasciata dal carcere a un sito web, il boss della camorra casertana Augusto La Torre accusò il giornalista Giuseppe Tallino di avere scritto falsità sul suo conto e lo insultò definendolo una persona incompetente, uno “pseudo-giornalista”, un “pennivendolo” e di “volere la scorta” (vedi Ossigeno). Il giornalista querelò il boss per diffamazione e il 25 giugno 2024, quando si è tenuta un’udienza del processo, dopo che il giornalista aveva ricostruito i fatti, l’accusato ha ripetuto i suoi insulti davanti al giudice.  (leggi)

Il processo si è svolto al Tribunale di Ivrea, città presso la quale Augusto La Torre, in carcere dal 1996, è attualmente detenuto. Il giornalista Giuseppe Tallino scrive per il quotidiano ‘Cronache di Caserta e Napoli’. Augusto La Torre sconta la condanna per alcuni omicidi, fra cui la strage di Pescopagano del 1990 (sei morti e otto feriti).

Nell’intervista del 2018 l’uomo, detto il “boss psicologo” (perché in carcere ha preso tre lauree fra cui una in psicologia) usò parole dure anche verso alcuni magistrati, come l’allora sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Alessandro D’Alessio (attuale Procuratore Capo a Castrovillari in Calabria), che accusò di volerlo tenere in carcere. Dopo quell’intervista, il giornalista è protetto dalle forze dell’ordine con la misura della vigilanza dinamica.

Giuseppe Tallino ha confermato a Ossigeno la ricostruzione dei fatti e ha ritenuto opportuno non fare commenti. LT

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