Archiviata querela sindaco contro Sara Manisera difesa da Ossigeno
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La giornalista freelance era accusata di diffamazione e calunnia per un discorso sulla presenza delle mafie al Nord e nel territorio di Abbiategrasso
OSSIGENO 27 luglio 2024 – “Il fatto non sussiste”. Con questa formulazione, la più ampia possibile, per dire che le accuse sono inconsistenti, il Giudice per le indagini preliminari di Crotone, Elisa Marchetto, ha archiviato il procedimento penale contro la giornalista freelance Sara Manisera, che è stata difesa dallo Sportello Legale di Ossigeno dalla querela promossa a settembre 2022 dal Sindaco di Abbiategrasso, Cesare Francesco Nai, per diffamazione aggravata e calunnia. La querela si riferiva al fatto che lei aveva detto pubblicamente: “Ad Abbiategrasso, in provincia di Milano, ho visto le mafie entrare nel comune, negli appalti pubblici, e soprattutto dentro il cemento, perché alle mafie una cosa che piace tanto è il cemento, i centri commerciali”. Il giudice ha accolto la tesi della difesa, rappresentata dall’Avv. Andrea Di Pietro, su incarico dello Sportello Legale di Ossigeno per l’Informazione, che opera in collaborazione con Media Defence.
LA GIORNALISTA ha commentato così la notizia: “Sono molto contenta di questa archiviazione perché dimostra ancora una volta quanto siano diffuse le querele volte a silenziare le voci più critiche del potere, siano esse giornalisti o attivisti. Ringrazio Ossigeno per l’Informazione che mi ha accompagnata e difesa in questi due anni pro bono, elemento fondamentale per una giornalista indipendente. E infine grazie a tutta la società civile che si è attivata e mobilitata in difesa del diritto ad essere informati”.
La giornalista aveva reagito alla querela mostrandosi sorpresa e sottolineando che non aveva accusato di mafiosità gli amministratori di Abbiategrasso, avendo usato la parola ‘comune’ per indicare il territorio comunale. Per sostenere le spese di difesa, non potendo contare su un editore né su altri, aveva chiesto e ottenuto l’assistenza legale gratuita di Ossigeno per l’Informazione che opera da 9 anni in collaborazione con la NGO inglese Media Defence per aiutare giornalisti, blogger, difensori dei diritti che subiscono querele temerarie, pretestuose, infondate, che li costringono ad affrontare spese di difesa molto gravose in rapporto al loro reddito personale.
IL CONTESTO – Quando ha pronunciato la frase oggetto della querela Sara Manisera aveva appena ricevuto il Premio Diego Tajani proprio per il suo impegno civile. Alla cerimonia erano presenti, in quanto anch’essi premiati, il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, lo scrittore Antonio Nicaso e l’esperto di mafie Isaia Sales. Tutti premiati per il loro impegno civile.
Sara Manisera, in un ampio discorso, rivolgendosi agli studenti presenti, invitandoli a tutelare l’ambiente, a difendere il loro territorio, aveva parlato della sua esperienza personale, sottolineando due punti: le mafie non agiscono solo in Calabria, ma ovunque, anche al nord, investono e riciclano parte dei loro proventi illeciti nella speculazione edilizia, cospargendo il territorio di cemento. Perciò, aveva aggiunto, per difendersi dalle infiltrazioni mafiose la prima cosa da fare è proprio difendere l’ambiente. Aveva citato il territorio di Abbiategrasso in quanto lontano dalla Calabria, trovandosi alle porte di Milano.
OSSIGENO ha classificato questa querela come un’azione temeraria e intimidatoria volta a limitare la partecipazione al dibattito pubblico (SLAPP) e oggi esprime soddisfazione per la decisione del GIP di archiviare, su proposta del pm, con questa motivazione: “Le dichiarazioni sono del tutto acirconstanziate ed indeterminate e perciò inidonee a ledere la reputazione di alcuno”. Ossigeno fa osservare che questa è l’ennesima querela infondata promossa da un sindaco con l’impiego di soldi pubblici contro un cittadino per aver espresso opinioni non condivise. I pubblici amministratori che fanno questo uso disinvolto del diritto di querela sono numerosi, come dimostra la casistica di Ossigeno che sta studiando il fenomeno.
LA SENTENZA ha il pregio di spiegare nel modo più chiaro possibile che chi partecipa al dibattito pubblico può legittimamente esprimere critiche e opinioni accostando genericamente il nome di un comune a vicende di mafia, come ha fatto la giornalista nel discorso da lei pronunciato l’ 8 giugno 2022, a Cutro, in provincia di Crotone, durante un incontro pubblico in occasione dell’assegnazione del Premio Nazionale Giovani ‘Diego Tajani’.
QUANDO UNA CRITICA NON E’ DIFFAMATORIA – Il pubblico ministero ha scritto nella richiesta di archiviazione:
“Il fatto denunciato (nella querela, ndr) non sussiste e il procedimento deve essere archiviato in quanto non è ipotizzabile, in caso di vaglio dibattimentale, la possibilità di pervenire ad una possibile pronuncia di condanna per il fatto denunciato o altri fatti di reato…. Nel caso di specie, l’affermazione proferita dall’indagata durante il suo intervento in occasione dell’evento pubblico “Premio Nazionale Diego Tajani”, risulta essere del tutto generica e non diretta a soggetti determinati o determinabili, visto che non è circoscritto l’ambito temporale della notizia che è stata diffusa durante tale intervento, con la conseguenza che non sono identificabili in concreto gli amministratori comunali rappresentanti del Comune di Abbiategrasso a cui la frase ritenuta diffamatoria sarebbe stata indirizzata… Da ciò ne deriva l’assoluta indeterminatezza delle persone offese, che non possono intendersi individuate in modo indiscriminato e indeterminato in tutti i cittadini del Comune di Abbiategrasso o negli amministratori comunali che si sono succeduti nel tempo”. ASP
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