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Cassazione conferma condanna boss per minacce a Paolo Borrometi

Respinto il ricorso di Venerando Lauretta contro la condanna a un anno e tre mesi di pena. Dovrà risarcire le parti civili

OSSIGENO 24 aprile 2024 – La Corte di Cassazione ha confermato definitivamente il 15 aprile 2024 la condanna a un anno e tre mesi di carcere per il boss di Vittoria (Ragusa) Venerando Lauretta, dichiarando inammissibile il suo ricorso.

L’uomo ha minacciato il giornalista Paolo Borrometi, condirettore dell’Agi e direttore del sito di notizie ‘La Spia’, per articoli che riguardavano le sue attività. Venerando Lauretta, che ha precedenti per altri reati di mafia, era già stato rinviato a giudizio e condannato in primo grado e in appello. I giudici gli avevano contestato l’aggravante del metodo mafioso, della continuità e della recidiva (vedi Ossigeno). L’uomo ha subito altre due condanne nel 2021 per frasi ingiuriose e diffamazione aggravata, sempre a commento di articoli dello stesso giornalista.

“Comunque ti verrò a trovare pure a Roma… Sarò dietro la tua porta, ti devo accecare con le dita. Non ti salva neanche Gesù Cristo! Pure che mi arrestano c’è chi viene a cercarti … ora ti faccio passare la voglia di vivere, io ho preso la mia decisione, di giocarmi la mia libertà”: queste alcune minacce del boss contro il giornalista.

Nel processo si erano costituiti parte civile la Federazione nazionale della Stampa, l’Ordine nazionale e regionale dei giornalisti e il Comune di Vittoria.

La sentenza divenuta definitiva ha sancito il risarcimento danni per tutte le parti da liquidarsi in separata sede, e ha affermato che l’uomo “poteva persino arrivare a Roma, come peraltro accaduto e si evince dalle bottiglie dal contenuto incendiario rinvenute da personale della scorta” davanti alla porta di casa del giornalista nella Capitale.

Quella contro Venerando Lauretta, è la terza sentenza definitiva di colpevolezza a carico di esponenti mafiosi che hanno minacciato Paolo Borrometi. Prima di lui erano stati condannati definitivamente il capomafia di Vittoria G. Battista Ventura ed il fratello del reggente del clan di Siracusa, Francesco De Carolis. LT

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