Campania. La polizia tutela il cronista Vincenzo Iurillo del ‘Fatto’
Dopo ripetute minacce e intimidazioni di un imprenditore edile della costiera sorrentina finito ai domiciliari
OSSIGENO 18 febbraio 2024 – Le Questure di Napoli e Sorrento hanno disposto, con procedura d’urgenza, misure di tutela per proteggere l’incolumità del giornalista Vincenzo Iurillo, corrispondente dalla Campania per il Fatto Quotidiano, in seguito alle ripetute minacce e intimidazioni persecutorie ricevute da un imprenditore edile che svolge la sua attività a Sant’Agnello (NA), un piccolo comune della penisola sorrentina, la stessa città in cui abita il professionista.
Vincenzo Iurillo ha ricevuto numerose attestazioni di solidarietà, ha avuto il pieno sostegno del suo giornale e delle istituzioni locali. Ma adesso è “stanco e preoccupato”. “È stata una grande delusione”, ha dichiarato a Ossigeno, vedere che di fronte a fatti così gravi ed evidenti molte persone sono rimaste indifferenti o addirittura si sono schierate dalla parte del suo persecutore. Perciò, ha concluso, “a volte penso perfino di lasciar perdere, di non fare più questo mestiere o almeno di andare via da qui”.
OSSIGENO ringrazia Vincenzo Iurillo per la sincerità con cui ha manifestato il suo stato d’animo e si augura che trovi il sostegno necessario per continuare a vivere dove si sono verificati fatti così gravi, per continuare a raccontare quello che accade con il suo lavoro di cronista. “È un classico – dice – che quando non si può attaccare una notizia, si attacca il giornalista che la scrive e si getta fango su di lui”. Ha ragione. In certi territori, aggiungiamo noi, è un classico fare terra bruciata intorno al cronista che non si fa intimidire. E’ un classico isolarlo per levarselo di torno, indurlo ad andare via. Perciò in questi casi non basta qualche parola di solidarietà: bisogna dimostrare che quel giornalista preso di mira non è isolato, non è solo. Si può e si deve fare.
ASP
‘Stai attento! Agli scrittori tagliano la testa’. Lo stalking al cronista del ‘Fatto’
di Laura Turriziani
OSSIGENO 18 febbraio 2024 – Salvatore Langellotto, un imprenditore edile di Sant’Agnello (NA) con precedenti penali per concorso esterno in associazione mafiosa, il 12 febbraio è stato messo agli arresti domiciliari per minacce e atti persecutori (stalking) contro il cronista del Fatto Quotidiano Vincenzo Iurillo, che aveva preso di mira per le notizie che aveva pubblicato su di lui e sui suoi affari. Aveva fatto pesanti insinuazioni per screditarlo, mentre era al telefono con l’inviato delle Iene che lo intervistava, e che ha trasmesso tutto in un servizio del programma di Italia1, evidenziando il tono e il contenuto intimidatorio delle parole dell’imprenditore. A tutela del giornalista per proteggere la sua incolumità personale è stata disposta dalle Questure di Napoli e Sorrento, con provvedimento di urgenza condiviso dalla Procura di Torre Annunziata, una “vigilanza rafforzata” delle forze dell’ordine. Questa misura intensifica la sorveglianza e il controllo delle forze dell’ordine nelle aree dove vive il giornalista, per prevenire e contrastare attacchi criminali contro la sua persona. Inoltre Vincenzo Iurillo è stato convocato dalla Commissione anticamorra della Regione Campania, che ha voluto conoscere i fatti dalla sua viva voce.
L’AGGRESSORE – Salvatore Langellotto è stato raggiunto dal nuovo provvedimento restrittivo mentre era già agli arresti domiciliari (confermati dal gip anche per le ipotesi di reato contro il giornalista) perché a marzo dello scorso anno aveva aggredito Claudio D’Esposito, presidente della sezione Wwf ‘Terre del Tirreno’. L’ambientalista aveva presentato diversi esposti alle autorità competenti che avevano impedito all’imprenditore di completare dei lavori edili. Per ritorsione subì un brutale pestaggio con serie lesioni.
Vincenzo Iurillo raccontò quella vicenda sul Fatto Quotidiano, il giornale di cui è corrispondente. Da allora l’imprenditore Salvatore Langellotto cominciò a rivolgergli avvertimenti minacciosi, inviti “a stare attento a ciò che scriveva”. Per passare poi a vere e proprie minacce di questo tenore: “Eccolo lo scrittore, ma agli scrittori certe volte tagliano la testa”.
Il cronista ha denunciato sistematicamente le intimidazioni ricevute, e ha continuato a seguire le attività dell’imprenditore ogni volta che erano degne di attenzione pubblica. Così il 5 gennaio 2024 ha pubblicato su ilfattoquotidiano.it un articolo di cronaca sulla benedizione dei suoi nuovi camion schierati sul sagrato della chiesa dei Santi Prisco e Agnello.
L’articolo ha dato spunto per un servizio sulla stranezza di questa storia di un parroco che benedice i mezzi pesanti di un imprenditore, che ha precedenti penali per concorso esterno in associazione camorristica ed è indagato per avere brutalmente pestato l’ambientalista Claudio D’Esposito proprio in una strada nelle vicinanze della chiesa. Giulio Golia delle ‘Iene’ è andato a Sant’Agnello e, oltre al parroco, ha intervistato Vincenzo Iurillo. Poi, è riuscito a raggiungere al telefono Salvatore Langellotto, che non ha risparmiato pesanti insinuazioni sul giornalista, tentando di screditarlo parlando di suoi “scheletri nell’armadio” (vedi).
Quattro giorni dopo la messa in onda del servizio, il 20 gennaio, fiancheggiato da due persone, l’imprenditore ha affrontato il cronista in una strada del paese. Il cronista è fuggito, si è rifugiato in una farmacia e ha chiamato la polizia. Dopo questo episodio è stata disposta una vigilanza rafforzata della Polizia di Stato a sua tutela. Poi, il 12 febbraio, ci sono stati gli arresti domiciliari dell’imprenditore.
LA PROCURA di Torre Annunziata ha ritenuto che l’aggressione a Claudio D’Esposito, gli articoli di Vincenzo Iurillo, le minacce formulate nel servizio televisivo delle Iene e quelle rivolte direttamente al cronista, siano strettamente collegate fra loro, commesse allo scopo di impedire che l’attivista e il giornalista continuassero, ognuno nel proprio ambito, a occuparsi degli affari di Langellotto. L’imprenditore avrebbe anche tenuto, nei confronti del cronista, una condotta persecutoria finalizzata a intimorirlo. Insomma, un vero e proprio stalking, documentato dagli agenti del commissariato di Sorrento su incarico della Procura. Una persecuzione che ha procurato al cronista un perdurante stato di ansia e di paura per la propria incolumità personale.
Carmela Rescigno, la Presidente della Commissione regionale anticamorra della Campania, ha voluto vedere chiaro in questa pericolosa situazione. Il 9 febbraio 2023 la Commissione ha ascoltato Vincenzo Iurillo e Claudio D’Esposito, perché – hanno detto – “sostenerli è un dovere”.
VINCENZO IURILLO, 53 anni, è un bravo cronista d’inchiesta che segue la cronaca locale e gli affari degli esponenti della criminalità organizzata nella penisola sorrentina in cui vive. Ciò che ho subito, ha dichiarato a Ossigeno, “ripropone uno schema classico delle intimidazioni: quando non si può attaccare una notizia, si attacca il giornalista che la scrive e si getta fango su di lui. E, se neanche questo basta, si passa alle maniere forti. Sono stanco e sono preoccupato. A volte penso perfino di lasciar perdere, di non fare più questo mestiere o almeno di andare via da qui. Riconosco che stavolta le istituzioni si sono mosse rapidamente, grazie alla Procura di Torre Annunziata e al commissariato di Ps di Sorrento. Ho avuto anche sostegno da sindaci e associazioni, e dal sindacato. Anche la mia audizione in Commissione anticamorra è andata molto bene. Però sul territorio la situazione non è cambiata. C’è gente che rimane indifferente, omertosa, o addirittura si schiera al fianco di un uomo che ha mandato all’ospedale Claudio D’Esposito. Ho visto poca solidarietà sociale, forse per paura, forse per quella che si definisce la cultura locale. E’ stata per me una grande delusione. Per fortuna, da Roma, il mio giornale mi ha sempre sostenuto. Ha tenuto i fari accesi su quello che mi stava capitando. Per questo ringrazio il mio giornale e ringrazio Ossigeno che ha seguito ciò che mi accadeva. Ho passato mesi molto difficili, il mio stalker ora è agli arresti domiciliari, a casa, non in carcere come aveva chiesto la Procura. Ma è stato riconosciuto il reato di stalking nei miei confronti, un reato che di solito non viene considerato quando viene praticato contro noi giornalisti”.
Solidarietà al giornalista è arrivata anche dalla Federazione Nazionale della Stampa e dal Sindacato unitario dei giornalisti campani, dai sindaci di Napoli e Sant’Agnello, Gaetano Manfredi e Antonino Coppola, dal circolo ‘Verdi Ambiente e Società’ di Sorrento e dall’ex premier Giuseppe Conte. LT
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