Calunnia. Cassazione, processate la querelante
Sette anni fa la presidente di un’associazione antimafia querelò la giornalista Alessia Candito sapendola innocente
OSSIGENO 21 luglio 2023 – Sette anni fa, in Calabria, una giornalista scoprì alcune opacità nella gestione finanziaria di una nota associazione antimafia. Le documentò pubblicando un’inchiesta giornalistica. Per questo fu querelata per diffamazione aggravata, effrazione informatica (solo per questo capo d’accusa la pena prevista varia dai 3 agli 8 anni di reclusione) e violenza privata. A denunciarla fu la presidente dell’associazione. La querela fu archiviata. Ora, dopo sette anni, la sua accusatrice è stata rinviata a giudizio per calunnia per aver accusato la giornalista sapendo di incolparla falsamente.
I FATTI – Adriana Musella, ex presidente dell’associazione antimafia “Riferimenti Gerbera Gialla” è stata rinviata a giudizio per calunnia ai danni della giornalista Alessia Candito. La prima udienza è fissata per il 21 novembre 2023, nelle aule della Corte d’Appello di Reggio Calabria. La vicenda ha avuto inizio dieci anni fa, quando Alessia Candito pubblicò una prima inchiesta giornalistica su “Il Corriere della Calabria” nella quale dava conto di opacità nell’utilizzo dei fondi pubblici e delle donazioni dirette all’associazione antimafia Riferimenti. Questo emergeva dall’inchiesta della giornalista: parte dei soldi, che sulla carta avrebbero dovuto essere usati per promuovere la cultura della legalità, venivano dirottati dalla presidente dell’associazione su spese personali, che nulla c’entravano con le attività pubbliche e sociali di Riferimenti. Alcuni anni dopo, un’inchiesta giudiziaria ha accertato alcune gravi irregolarità (vedi qui) che hanno portato al sequestro dei conti, alla restituzione di beni confiscati ottenuti in gestione e alle dimissioni della presidente.
L’ACCUSA – Il 17 marzo 2016 Adriana Musella denuncia la giornalista accusandola di effrazione informatica, diffamazione, violenza privata e altri reati. Alessia Candito si ritrova sola a combattere, senza neanche il supporto della testata per la quale scrive. Viene assistita dall’avvocato Carmelo Chirico. Sa bene di aver ottenuto le informazioni senza usare la forza o l’inganno, senza violare la legge. Ha anche un audio che dimostra la propria innocenza.
Nel 2016 il Tribunale di Reggio Calabria archivia la denuncia di Adriana Musella contro la giornalista e, contestualmente, chiede di rinviare a giudizio la stessa Adriana Musella per calunnia (vedi qui). Il Giudice per l’Udienza Preliminare (GUP) non è d’accoro, archivia la richiesta. Niente processo per calunnia. Ma la Procura insiste, fa ricorso in Cassazione. E la Cassazione, dopo sette anni, ha accolto il ricorso e ha chiesto alla Corte d’Appello di Reggio Calabria di aprire il processo. Il 21 giugno 2023 la Corte d’Appello ha disposto il rinvio a giudizio.
LA CALUNNIA – Aggiungere sette anni alla durata di un processo penale non è cosa da poco, con i tempi di prescrizione che avanzano. Ma dà inizio alla seconda fase della vicenda. Nel dispositivo del rinvio a giudizio, si legge che Adriana Musella è ora imputata perché: “con denuncia-querela presentata presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria il 17 marzo 2016, sapendola innocente, incolpava la giornalista Alessia Candito della testata online “Il Corriere della Calabria” per i reati di diffamazione aggravata, accesso abusivo a sistema informatico e sottrazione di documenti”.
Ossigeno esprime solidarietà ad Alessia Candito, che ha fornito all’osservatorio tutti i dati per ricostruire la vicenda e al momento preferisce non fare commenti.
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IN CALABRIA Ossigeno ha segnalato 2 giornalisti e operatori dell’informazione minacciati da gennaio a giugno 2023 e 231 in totale dal 2011. Il contatore di Ossigeno segna 6734 giornalisti minacciati in Italia dal 2006 ad oggi. I loro nomi sono nella Tabella dei minacciati consultabile online. GB
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