Giornalisti. Bartoli chiede a Meloni di sciogliere i nodi indifferibili
Il presidente dell’Ordine ha citato le minacce, le querele bavaglio, il precariato, le norme disciplinari e la comunicazione sul web
OSSIGENO 29 dicembre 2022 – “Chiediamo al Parlamento e al governo di affrontare alcuni nodi ormai indifferibili” per assicurare la libertà di informazione, ha detto il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, nell’intervento con sui ha aperto i lavori della conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Fra i nodi da sciogliere, Carlo Bartoli ha indicato le minacce e le aggressioni ai giornalisti (il numero più alto nell’Unione Europea), le querele bavaglio, il precariato della professione, la gestione dei procedimenti disciplinari, il predominio delle piattaforme social, il superamento di norme obsolete e inadeguate.
Giorgia Meloni si è dichiarata “pienamente disponibile a lavorare insieme all’Ordine dei Giornalisti per approfondire i problemi indicati.
“L’Italia – ha detto Carlo Bartoli – è il paese europeo con il maggior numero di giornalisti sotto scorta per la loro attività (22), che ha avuto il maggior numero di giornalisti uccisi per il loro lavoro (30 in sessanta anni). Ha il numero più alto di minacce e aggressioni contro gli operatori dell’informazione. In Italia c’è un numero elevato di azioni giudiziarie di stampo intimidatorio contro i giornalisti. L’80 per cento di esse vengono archiviate o finiscono con assoluzioni. Da troppi anni si discute inutilmente di un intervento normativo che scoraggi le querele bavaglio”.
“Certo, i giornalisti non sono infallibili e chi sbaglia – ha aggiunto – deve assumersi le proprie responsabilità; ma occorrono regole nuove. Anche per un semplice richiamo disciplinare ci sono cinque gradi di giudizio. Occorre inoltre una norma che permetta agli Ordini di dare pubblicità alle sanzioni comminate senza rischiare di essere sottoposti a esorbitanti richieste risarcitorie per violazione della privacy”.
Ha poi indicato il problema del precariato degli operatori nell’informazione. “Un giornalismo responsabile e al passo con i tempi – ha concluso – è indispensabile per un paese moderno, ma siamo legati ad una legge professionale che fra poco compie sessanta anni, con princìpi ancora validi ma tante norme obsolete e inadeguate. Chiediamo al Parlamento e al governo di affrontare questi nodi ormai indifferibili. Informazione e comunicazione sono la risorsa più preziosa del nostro tempo, l’asse portante per la costruzione del nostro futuro. Noi ci siamo, e non faremo mancare impegno e passione, nel rispetto della nostra Costituzione, che è e resterà il nostro punto di riferimento etico e civico. Per continuare ad essere al servizio dei cittadini, della democrazia, dell’Italia”. ASP
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