Arzano. Lettera minatoria al giornalista che scrive di mafia
Sullo sfondo la gestione delle pompe funebri. Giuseppe Bianco: “Episodio inquietante, è sempre più difficile lavorare così”
OSSIGENO 20 ottobre 2022 – Il 6 ottobre 2022 ignoti hanno indirizzato una lettera minatoria al giornalista Giuseppe Bianco. Stranamente, sebbene sulla busta fosse indicato l’indirizzo di casa, la lettera è stata trovata al Municipio di Arzano, nel plico contenente la corrispondenza inviata al Comune. Arzano (Napoli) è la città in cui vive il cronista. Giuseppe Bianco commenta: “Qui il clima è sempre più pesante”.
IL FATTO – La lettera indirizzata al cronista è stata consegnata alla Tenenza dei Carabinieri, dove è stata aperta. Conteneva una scritta minacciosa: “Infami, carogne. Pagherete tutto”. A Ossigeno per l’informazione Giuseppe Bianco racconta: “Ritengo questo episodio ancora più grave di altri accaduti in precedenza, perché la dinamica è particolarmente inquietante. La lettera infatti è stata trovata all’interno del Comune di Arzano, nella posta del Comune. Pur essendo indirizzata a me, che abito da tutt’altra parte, è stata consegnata là. Mi sembra veramente inquietante e anomalo”.
IL CONTESTO – Negli ultimi mesi l’attività di Giuseppe Bianco, che scrive per il quotidiano “Roma”, si è concentrata sulla gestione delle pompe funebri locali: “Abbiamo denunciato le infiltrazioni camorristiche nelle pompe funebri al prefetto, abbiamo acceso i riflettori sulla gestione delle camere mortuarie presso il consorzio cimiteriale, abbiamo sollevato dubbi su speculazioni edilizie ad Arzano, Comune già sciolto per mafia tre volte”. E la pressione delle intimidazioni si fa sentire, racconta ancora Giuseppe Bianco: “Io non so chi siano i mandanti, so però che le mie sensazioni sono bruttissime in questo momento. Arrivi a un punto in cui non sai più se andare avanti o mollare tutto. Anche la solidarietà pubblica della politica è mancata”.
SOLIDARIETA’ – Ossigeno per l’informazione esprime solidarietà al giornalista Giuseppe Bianco, già vittima di attacchi e intimidazioni che hanno cercato di minare la sua libertà di fare cronaca. Il giornalismo locale, fatto proprio nei luoghi dove la criminalità organizzata opera, consente ai cittadini di sapere ciò che accade. La politica deve fare la sua parte e non far mancare il necessario pubblico sostegno ai cronisti. GB
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