Tensione a Roma. Aggredito un cronista di Repubblica, minacce sui social per un altro
I due episodi in pochi giorni avvenuti nella Capitale hanno spinto Stampa Romana e Ossigeno a rilanciare la proposta di introdurre il reato di ostacolo all’informazione
OSSIGENO 28 maggio 2022 – Intimidazioni e minacce contro due “firme” di Repubblica: uno, Andrea Ossino, è stato minacciato sui social per avere scritto articoli sui locali della movida frequentati dalla criminalità organizzata; l’altro, Luca Monaco, è stato aggredito per avere fatto troppe domande su un noto ritrovo del popolo della notte. Questi due episodi, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, dicono che anche nella Capitale raccogliere informazioni giornalistiche è rischioso.
L’ha fatto osservare anche l’Associazione Stampa Romana, il sindacato dei giornalisti del Lazio, che ritiene “sia indispensabile proteggere il ruolo professionale con lo schermo di un nuovo reato, l’ostacolo all’informazione, elaborato da Stampa Romana e Ossigeno per l’informazione su un’idea portante di Maria Grazia Mazzola, cronista di mafia”. “Noi – si legge nel comunicato di Stampa Romana – invitiamo la politica a tradurre gli attestati di solidarietà in azioni normative concrete a beneficio delle giornaliste e dei giornalisti”.
Il quotidiano “La Repubblica” ha denunciato quanto accaduto ai suoi cronisti con un articolo di Marco Mensurati (leggi qui).
LE MINACCE AD ANDREA OSSINO – Tra il 15 e il 16 maggio 2022 Andrea Ossino ha ricevuto diverse minacce sui social per un articolo appena pubblicato su “Repubblica” Edizione di Roma dal titolo “Risse, champagne e cocaina – Ponte Milvio criminale” (leggi qui). “L’articolo riferisce il grande lavoro di indagine delle forze dell’ordine e delle autorità giudiziarie e rivela che in alcuni locali pubblici legati e/o frequentati dalla criminalità organizzata.
Il cronista non ha presentato una formale denuncia per queste minacce. Ha così ricostruito i fatti per Ossigeno: “Appena pubblicato il mio articolo, sui social sono arrivate prima critiche del tipo ‘Il giornalista è pilotato’, oppure ‘Sono fatti vecchi che sappiamo tutti’. Poi sono arrivate minacce vere e proprie. Tipo: ‘Vieni a Ponte Milvio adesso, dai’. Però ho avuto anche grande solidarietà dai colleghi e dalle forze dell’ordine. Mi aspettavo una reazione più netta da parte della politica”.
L’AGGRESSIONE A LUCA MONACO – Il 18 maggio 2022 Luca Monaco è stato prima minacciato e poi aggredito da un barista al quale aveva rivolto alcune domande. Il fatto è accaduto a Roma nel Quartiere Trieste-Salario, in via Tagliamento, in un bar a fianco del ‘Piper’. Lo storico locale degli anni ’60 è ancora molto frequentato, specialmente dai giovani della Roma “bene”, e recentemente è stato chiuso per le troppe risse.
A Ossigeno Luca Monaco racconta: “Al termine dell’intervista il barista mi ha detto ‘Scrivi bene che sennò ti vengo a cercare’; quando gli ho chiesto il significato di queste parole, ha preteso che cancellassi gli appunti, poi è uscito da dietro il bancone, mi ha tolto di mano il taccuino e ha strappato via alcune pagine, gettandolo a terra per farmelo raccogliere. A Roma sta diventando sempre più difficile fare cronaca.” Anche lui per il momento non ha presentato denuncia contro l’aggressore.
OSSIGENO per l’informazione esprime solidarietà ai cronisti e alla redazione di Repubblica e invita tutti i lettori a manifestare la loro solidarietà a chi subisce reazioni violente per aver pubblicato informazioni di pubblico interesse, per non lasciare soli i giornalista colpiti. Ossigeno ha raccomandato anche a questi cronisti di presentare formale denuncia su quanto accaduto. Ossigeno inoltre fa proprio l’appello dell’Associazione Stampa Romana al Parlamento affinché sia introdotto nell’ordinamento il reato di ostacolo all’informazione, nel testo elaborato congiuntamente con la consulenza giuridica dell’avvocato Andrea Di Pietro. Questo è il testo: “Chiunque, per limitare o impedire la ricerca, la raccolta, la ricezione, l’elaborazione, il controllo, la pubblicazione o la diffusione di informazioni, opinioni o idee di interesse pubblico, utilizza violenza, minaccia o frode in danno di soggetti esercenti l’attività giornalistica, è punito con la reclusione da due a sei anni”. GB
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