Siracusa. Condanna a giornalista che accusò falsamente La Civetta
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Sei mesi di reclusione per diffamazione a Salvo Benanti che nel 2014 chiese a Franco Oddo di restituire il Premio Francese
OSSIGENO 31 marzo 2022 – A otto anni dai fatti, un giudice ha dimostrato che era basato su false accuse uno degli attacchi giornalistici più oltraggiosi sferrati contro il periodico La Civetta di Minerva e il suo direttore, dopo che questo piccolo ma combattivo giornale, nel 2010, aveva scoperchiato con uno scoop una serie di irregolarità che ruotavano intorno alla Procura della Repubblica di Siracusa e ad alcuni penalisti di grido fra cui l’allora poco noto avvocato Piero Amara.
La notizia, resa nota soltanto adesso dalla “Civetta”, è questa: il 13 aprile 2021 il Tribunale di Siracusa ha condannato a sei mesi di reclusione (pena sospesa) il giornalista Salvo Benanti per aver diffamato il giornalista Franco Oddo, quando era direttore della “Civetta” e guidava l’inchiesta “Veleni a Siracusa”
Il 23 febbraio 2014, Salvo Benanti, direttore responsabile del periodico aretuseo “I Fatti della Domenica”, aveva pubblicato in prima pagina, un articolo tonante con il quale chiedeva a Franco Oddo e ai redattori della Civetta di restituire con disonore il Premio intitolato alla memoria del giornalista Mario Francese, che era stato loro conferito per l’inchiesta giornalistica sui veleni a Siracusa. Avrebbero dovuto farlo vergognandosi pubblicamente e chiedendo scusa perché, pochi giorni prima, tre magistrati coinvolti in quello scandalo erano stati assolti dai reati loro contestati.
In quella argomentazione c’era “consapevolmente” un fraintendimento: i magistrati erano stati assolti da altri reati. Franco Oddo aveva fatto querela e la “Civetta” si era costituita parte civile. La sentenza ha chiarito i fatti.
LA MOTIVAZIONE DEL GIUDICE – “L’addebito rivolto alla persona offesa (Franco Oddo, ndr) – ha scritto il giudice nella motivazione della sentenza – è quello di dovere chiedere scusa ai magistrati, a seguito della sentenza di assoluzione n. 59/2014 resa dal GIP presso il Tribunale di Messina, ed inoltre di dovere restituire il premio con un po’ di vergogna, sebbene le inchieste del giornale La Civetta non riguardassero i fatti-reato per i quali vennero giudicati i magistrati in parola, ma la vicenda ‘veleni a Siracusa’ per incompatibilità ambientale, che aveva indotto la giuria del premio Francese al conferimento del riconoscimento; e cioè contrariamente al vero, in buona sostanza tale sentenza venne utilizzata consapevolmente (da Salvo Benanti ndr) per danneggiare l’immagine giornalistica della persona offesa (Franco Oddo ndr), onde tali affermazioni hanno complessivamente un carattere diffamatorio”.
“Parimenti dicasi- prosegue il giudice motivando la sentenza – per la frase ‘Dietro La Civetta sicuramente menti ed ambienti ben identificabili, ben potenti e senza scrupoli’, che chiaramente ha valenza altamente diffamatoria, poiché l’accusa rivolta da ‘I Fatti della domenica’ è infamante, ledendo l’onore e la dignità del giornalista (…) L’atteggiamento del Benanti e segnatamente le accuse sopra richiamate, vanno al di là del diritto di cronaca o di critica, costituzionalmente garantito, e si sostanziano in una accusa diretta nei confronti di Oddo, lasciando intendere che il di lui operato fosse stato in qualche modo pilotato o concertato, al di là di quello che era il suo profilo professionale e di giornalista qualificato, onde l’impianto accusatorio ha trovato piena conferma nell’istruttoria dibattimentale”.
OSSIGENO per l’Informazione esprime soddisfazione per questo chiarimento a livello giudiziario che restituisce la meritata reputazione a Franco Oddo e al suo giornale. Duole osservare che ci sono voluti sette anni di processo, è stato necessario impegnare la macchina della giustizia e valenti difensori, per ottenere un chiarimento che si sarebbe potuto avere per vie brevi, fra le parti, semplicemente riconoscendo la verità fattuale e dandone pubblicamente atto. Questa è sempre la via maestra che Ossigeno non si stanca di indicare. Quanto alla condanna alla pena detentiva, Ossigeno si augura che sia convertita in una multa, anche per effetto del pronunciamento della Corte Costituzionale che due mesi dopo questa sentenza, ha fortemente ristretto l’applicabilità della pena detentiva per questo reato. Ossigeno si augura che il Parlamento l’abolisca del tutto, perché la reclusione è una pena sproporzionata. Inoltre continua a incoraggiare tutte le parti in lite per diffamazione a mezzo stampa a chiudere fra loro i contenziosi, senza rivolgersi al giudice, con la pubblicazione di precisazioni, rettifiche e pubbliche scuse e, ove ci siano danni documentati e comprovati, con il dovuto risarcimento. Il pronto ripristino della propria reputazione è il più grande risarcimento che si può ottenere.
ASP
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