Raffaele Ciriello, medico fotoreporter, fu ucciso a Ramallah 20 anni fa
Fu colpito per sbaglio? Non è stato accertato – Documentava “l’inferno”, ricorda la moglie – Ossigeno lo ricorderà il 21 marzo a Roma
OSSIGENO 12 MARZO 2022 – Vent’anni fa, il 13 marzo del 2002, fu ucciso Raffaele Ciriello, medico e fotoreporter di guerra freelance. Nato a Venosa, aveva 42 anni e una figlia di 17 mesi. Si trovava a Ramallah, in Cisgiordania con un assignment del Corriere della Sera per realizzare un reportage sulla seconda Intifada. Il giorno prima, l’Hotel City Inn, dove alloggiva insieme ad altri giornalisti, era stato preso di mira dagli israeliani che non gradivano la presenza della stampa.
Quel 13 marzo Ciriello fu crivellato da una raffica di cinque pallottole 7,62 Nato. Stava documentando un rastrellamento eseguito dall’esercito di Tel Aviv. Le responsabilità dell’uccisione non sono mai state accertate: il fotoreportersarebbe stato ucciso per errore, scambiato per un nemico.
Raffaele Ciriello è uno dei trenta giornalisti italiani uccisi mentre “cercavano la verità”, come dice il titolo del Pannello murale di Ossigeno in loro memoria, affisso all’ingresso della Casa del Jazz di Roma, bene immobile confiscato alla mafia, ed esposto in numerose sede di associazioni e istituzioni locali e nazionali (vedi).
CARTOLINE DALL’INFERNO – La storia di Raffaele Ciriello è ricostruita sul sito di Ossigeno www.giornalistiuccisi.it dove si possono vedere anche alcune sue foto. Era un medico che aveva deciso di seguire la passione per il fotogiornalismo. Aveva realizzato decine di reportage in Africa, Sud America, Medio Oriente. Le tappe del suo impegno sono ancora oggi tangibili sul suo sito web “Postcards from hell” – Cartoline dall’inferno – www.raffaeleciriello.com sul quale pubblicava i suoi lavori.
LA MOGLIE – «Lui andava lì dove sentiva che ci fosse l’urgenza di raccontare qualcosa», ha detto la moglie Paola Navilli in una intervista rilasciata a Ossigeno (leggi). «Il suo essere medico e fotoreporter – ha ricordato – gli è costato parecchio: è stato considerato un ‘usurpatore’ da entrambe le categorie. Eppure, non era un improvvisato: ormai il fotogiornalismo era diventato il suo lavoro. Dopo l’11 settembre del 2001 la sua carriera di fotoreporter aveva avuto un’accelerata: era stato molto tempo a contatto con Ahmad Massud per realizzare un reportage per il New York Times. Il reportage video su Massud venne mandato in onda da Rai1. Sua era la fotografia per la campagna “Get up stand up” di Amnesty international America».
COME LO RICORDA OSSIGENO – Raffaele Ciriello sarà ricordato da Ossigeno il prossimo 21 marzo a Roma, presso la Casa del Jazz (via di Porta Ardeatina, 55), insieme a Ilaria Alpi, alla quale è dedicato il convegno promosso in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Grazie all’intervento della giornalista Shukri Said sarà fatto un focus sulla situazione dei giornalisti in Somalia. In quella terra Raffaele Ciriello era andato tante volte, l’ultima con Ilaria Alpi e il cine-operatore Miran Hrovatin che morirono a Mogadiscio il 20 marzo 1994. Le foto che li ritraggono insieme, Ilaria e Miran, sono tutte di Raffaele. Ossigeno organizza la cerimonia di ricordo e il convegno in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Lazio, l’Associazione Stampa Romana, la Fondazione Musica per Roma, la Casa del Jazz e il Comune di Roma (approfondisci).
GPA
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