Addio a David Sassoli. Ricorderemo i suoi appelli per la sicurezza dei giornalisti
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“Ossigeno per l’Informazione” riconosce che il ruolo svolto da David Sassoli nel Parlamento Europeo sia stato prezioso per l’Europa nel suo insieme e desidera qui ricordare il compianto Presidente del Parlamento Europeo scomparso l’ 11 gennaio 2022 come un giornalista che ha dedicato molti anni della sua vita a questa professione e come un uomo politico che si è impegnato da convinto difensore della libertà di stampa.
OSSIGENO 12 gennaio 2022 – di Maria Laura Franciosi – In un discorso dell’ottobre 2021, ritrasmesso alla sala stampa del Parlamento europeo a Bruxelles, – in occasione dell’annuncio del vincitore del primo premio di giornalismo dedicato a Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese assassinato 4 anni prima – il presidente David Sassoli ha affermato che «la perdita subita non può essere descritta a parole. L’assassinio di Dhafne segna una svolta perché ha colpito alla base la nostra democrazia in Europa”.
Il 6 novembre 2019, in un messaggio inviato al presidente di “Ossigeno per l’Informazione”, in occasione del “Colloquio sulla libertà di stampa ospitato dal Circolo della Stampa di Bruxelles – e la tutela dei giornalisti” David Sassoli ha affermato: «Ancora oggi i giornalisti subiscono intimidazioni e minacce che mettono in pericolo la loro vita e il loro lavoro: è sbagliato pensare che questi temi ci riguardino solo marginalmente, perché minacciare un giornalista significa minacciare la libertà di tutti noi”. “Contro l’intolleranza e i poteri criminali – prosegue David Sassoli – c’è bisogno anche di maggiore trasparenza, di condanne e di tante iniziative come questo incontro sulla libertà di stampa e la tutela dei giornalisti minacciati organizzato da “Ossigeno per l’informazione”. E conclude affermando l’impegno che “il Parlamento europeo sarà in prima linea nelle azioni di sostegno e non di semplice condanna. Perché il diritto all’informazione è di tutti”. Una promessa che ha mantenuto fino alla fine.
Nell’incontro di ottobre 2021 a Bruxelles, nell’annunciare il vincitore del premio giornalistico istituito dal Parlamento europeo su sua iniziativa e dedicato a Daphne Caruana Galizia, Sassoli definì l’omicidio della giornalista “una svolta per il giornalismo europeo, per la nostra politica e le nostre società, poiché ha toccato il nucleo stesso della nostra identità europea. Nessuno può capire l’orrore che questa giornata ha significato per la sua famiglia. La perdita che ha subito non può essere descritta. Vi ringrazio vivamente – ha detto Sassoli rivolgendosi ai figli di Daphne presenti alla cerimonia – per essere qui con noi oggi”. Ogni anno, centinaia di giornalisti subiscono aggressioni fisiche e online e sono quotidianamente molestati, intimiditi, insultati. Spesso subiscono ripetutamente processi vessatori, come fu per Daphne Caruana.
“Sono felice – ha aggiunto in quella occasione David Sassoli – che, nonostante tutto questo, continuiamo a vedere numerosi esempi di reportage d’eccezione in tutto il mondo. La morte di Daphne ha portato a una rinascita del giornalismo investigativo: basti pensare a tutti i colleghi impegnati a continuare il suo lavoro. Esempi recenti, come i “Pandora Papers”, hanno dimostrato il potere unico di un giornalismo audace e risoluto, in particolare se svolto nel contesto di una rete internazionale. Creando trasparenza, il giornalismo investigativo consente agli elettori di prendere decisioni informate. Proteggere e sostenere i giornalisti è nell’interesse vitale delle società democratiche”.
“Il Parlamento- ha poi aggiunto Sassoli – è il primo a parlare quando i diritti dei media sono sotto attacco, anche quando tali attacchi accadono tra noi… I giornalisti devono poter fare affidamento sulle autorità per proteggere e difendere i loro interessi, piuttosto che temerli”.
Dopo l’omicidio di Daphne Caruana Galizia, il Parlamento europeo ha deciso di istituire un premio in suo onore per conferire un riconoscimento del Parlamento europeo a giornalisti meritevoli nell’auspicio che “questo premio possa diventare un potente simbolo in grado di promuovere una maggiore consapevolezza e uno stimolo a fare di più sull’argomento. Senza giornalismo indipendente non ci saranno società libere”.
Il “Premio Daphne Caruana Galizia per il Giornalismo” è stato assegnato ai giornalisti del Progetto Pegasus, coordinati dal Consorzio “Storie Proibite” (Forbidden Stories). “Si tratta – aveva osservato Sassoli – di un premio assegnato ai giornalisti da giornalisti riuniti in una giuria indipendente composta da membri provenienti da tutta Europa. Sono molto orgoglioso di ospitare questa prima edizione del premio Daphne Caruana Galizia e vorrei porgere le mie congratulazioni al vincitore”.
“L’Europa – ha poi ribadito Sassoli – è orgogliosa di essere una società libera, fondata sulla democrazia e sullo stato di diritto. Molte persone in tutto il mondo ci considerano un modello. Tuttavia, non dobbiamo mai dimenticare che i diritti e i privilegi di cui godiamo in Europa non possono essere dati per scontati. Non sono scolpiti nella pietra”.
È una triste verità che il giornalismo sia diventato un lavoro pericoloso, anche in Europa. Negli ultimi anni Ján Kuciak e Martina Kušnírová sono stati uccisi in Slovacchia; nei Paesi Bassi Peter R. de Vries è stato assassinato così come il giornalista greco Giorgos Karaivaz. E questo solo in Europa.
“I giornalisti non dovrebbero mai temere per la loro vita – ha detto Sassoli – Invece vengono insultati, arrestati, feriti”. E ha ribadito che, per il suo ruolo di custode dei diritti, “il Parlamento europeo è il primo a reagire quando si tenta di mettere a tacere i media”. E ha elogiato la Commissione Europea che ha presentato una raccomandazione per la protezione di giornali e giornalisti.
Nel 2021 l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2021 alla filippina Maria Ressa e al russo Dmitry Muratov è arrivata al momento giusto, “in quanto ha evidenziato – ha detto David Sassoli – il ruolo cruciale che il giornalismo critico svolge nel garantire una pace duratura. Proteggere e sostenere i giornalisti è nell’interesse vitale delle società democratiche”. Sassoli ha poi concluso invitando ad abbattere i muri, come il muro di Berlino di cui conservava ancora vividi ricordi. Eppure, ha aggiunto, sono sorti nuovi muri. “I nostri confini – ha ricordato – in alcuni casi sono diventati i confini tra ciò che è morale e ciò che è immorale, tra umanità e disumanità. Muri eretti contro le persone che cercano riparo dal freddo, dalla fame, dalla guerra, dalla povertà. Abbiamo lottato al fianco di chi chiede più democrazia, più libertà, al fianco delle donne che chiedono diritti e tutele, a chi chiede di proteggere il proprio pensiero, al fianco di chi continua a chiedere informazioni libere e indipendenti”.
“I muri tra le persone non vanno costruiti, ma demoliti. Sono passati anni – ha concluso – ma non ho cambiato idea”.
MLF
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