Assoluzione bis per Concita De Gregorio e Travaglio querelati da Mediaset 13 anni fa
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di Oreste Vighi – Il processo era iniziato nel 2008, quando Silvio Berlusconi era premier. Il gruppo Mediaset li aveva querelati per un articolo pubblicato su l’Unità
OSSIGENO 26 luglio 2021 — Il 4 maggio 2021, dopo 13 anni di processo penale, i giornalisti Concita De Gregorio e Marco Travaglio, querelati da Mediaset e imputati di diffamazione a mezzo stampa, sono stati assolti dalla Corte di Appello di Roma, che ha confermato la sentenza di primo grado pronunciata il 9 marzo 2015. Erano stati querelati nel 2008 da Mediaset, per un articolo pubblicato sul quotidiano l’Unità l’8 ottobre 2008, nella stagione in cui Silvio Berlusconi era alla guida del Governo e il quotidiano fondato da Antonio Gramsci era il giornale antagonista per eccellenza di quel governo.
LE ACCUSE – Marco Travaglio era accusato in quanto autore dell’articolo dal titolo “Mi dispiace confermo tutto”, ritenuto diffamatorio dal gruppo televisivo. Concita De Gregorio era il direttore responsabile del quotidiano (fino al 2011). In una prima fase entrambi erano stati assistiti legalmente a spese del loro editore, in applicazione degli accordi aziendali che lo prevedevano. Poi il gruppo editoriale proprietario del giornale era entrato nella grave crisi che, nel 2014, determinò il concordato preventivo, la messa in liquidazione della società e successivamente la cessazione delle pubblicazioni. Di conseguenza l’editore non ha più fornito l’assistenza legale e Concita De Gregorio e Marco Travaglio, come numerosi altri giornalisti di quel quotidiano, si sono dovuti difendere a proprie spese nei processi ancora pendenti .
ORFANI DELL’EDITORE – In considerazione di questa situazione, in vista di questo processo di Appello, Concita De Gregorio ha chiesto e ottenuto l’intervento dell’Ufficio Assistenza Legale Gratuita di Ossigeno che opera con il sostegno della ONG inglese Media Defence. Ossigeno ha assunto la sua difesa in giudizio, che è stata svolta dall’avvocato Andrea Di Pietro. Marco Travaglio invece è stato difeso dall’Avv. Giuseppe Macciotta.
IL PROCESSO Sebbene pienamente assolti in primo grado, Concita De Gregorio e Marco Travaglio, nel processo di appello erano ancora formalmente imputati, rispettivamente del reato di omesso controllo e di diffamazione a mezzo stampa nei confronti di Mediaset. Secondo i querelanti, il reato di diffamazione era stato commesso con l’articolo di Marco Travaglio pubblicato l’8 ottobre 2008, su “l’Unità” con il titolo “Mi dispiace confermo tutto”. Secondo la prospettazione accusatoria, questo articolo offendeva la reputazione di Mediaset S.p.A. con la seguente affermazione: “(… )Mediaset avrebbe occultato negli anni seguenti centinaia di miliardi di fondi neri su 64 società off-shore”.
Il processo di appello è nato dalla decisione di Mediaset di appellare la decisione del Tribunale di assolvere gli imputati, a sette anni dai fatti. Questa seconda fase processuale è durata più di tre anni, a seguito di una serie di rinvii e di udienze interlocutorie, prima per attendere la decisione della Consulta sulla questione relativa all’illegittimità costituzionale dell’art. 576 del codice di procedura penale (eccezione che è stata respinta) secondo il quale la parte civile – che normalmente è il soggetto offeso dal reato che chiede i danni – può impugnare ai soli effetti civili le sentenze di assoluzione degli imputati, poi per l’inevitabile stop dei processi causato dalla Pandemia.
LA GIORNALISTA – Dopo aver appreso di essere stata assolta anche nel grado di appello, Concita De Gregorio ha rilasciato la seguente dichiarazione: Desidero ringraziare Ossigeno per l’Informazione e l’avvocato Andrea Di Pietro che mi hanno assistito gratuitamente nei lunghi anni durante i quali si è protratta la causa che mi ha vista parte avversa a Mediaset per il mio ruolo di direttore responsabile dell’Unità. Il ruolo di Ossigeno nel contrasto alle azioni giudiziarie temerarie, è fondamentale. Queste azioni legali sono vere e proprie intimidazioni economiche nei confronti dei giornalisti. Ossigeno è un presidio indispensabile della libertà di stampa e lo sarà fino a quando mancherà in Italia una normativa in grado di restituire ai giornalisti, nei fatti e non solo a parole, la libertà di esercitare una funzione di controllo sul potere. Ossigeno per l’Informazione è un importante avamposto democratico. Se non ci fosse Ossigeno, la stampa e i cronisti sarebbero davvero meno liberi. ASP
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